Sta dedicando tanto tempo allo Zagarolo Sports Academy. Simona Di Liello, che già l’anno scorso aveva dato un contributo a livello dirigenziale, in questa stagione è diventata una figura molto preziosa nello staff del club zagarolese. Segue in primis come dirigente l’Under 16 e la Prima divisione femminili, ma il suo contributo non manca nemmeno nel maschile. D’altronde la figlia Sara Carbonari (che ha quasi quindici anni) fa parte della rosa dell’Under 16 e spesso gioca anche con la serie C, mentre l’altro figlio Claudio Carbonari (appena 18enne) è tecnico dell’Under 15 che gioca il campionato Acli. “Non ho mai giocato a pallavolo, ma mi sono appassionata proprio grazie ai miei figli: di fatto quello maggiore, Claudio, ha coinvolto tutto il resto della famiglia. Qui a Zagarolo ho trovato un ambiente dinamico, la presidentessa Petra Prgomet e il direttore tecnico Dario De Notarpietro hanno tante idee, ma serve un po’ di tempo per vederne i frutti: la società è all’inizio di un percorso e ci sono ovviamente delle cose da migliorare, ma ci sono anche le potenzialità per fare un bel lavoro”. La Di Liello spiega cosa l’ha portata ad essere coinvolta così tanto in questa stagione: “Già l’anno scorso davo il mio contributo, poi una vecchia dirigente è andata via ed è stato quasi naturale da parte del club chiedermi un maggiore impegno”. La dirigente spende due parole in più sull’Under 16 Elite femminile: “Un gruppo molto numeroso che sta lavorando tanto. Coach Daniele Sarnataro è arrivato quest’anno ed è riuscito a creare un buono spirito di squadra, facendo integrare le nuove arrivate con le “vecchie”. Le ragazze hanno sfiorato la semifinale del tabellone conclusivo, perdendo con Pomezia che poi ha vinto il titolo territoriale. Nel prossimo campionato speriamo che si possano concretizzare tutti i sacrifici fatti con un risultato ancora migliore”. La Di Liello conclude parlando del rapporto con coach Sarnataro: “E’ sicuramente buono. Cerco di dare una mano senza essere invasiva e facendo da “filtro” con gli altri genitori”.