Renato Miele
Renato Miele

L’avvocato Renato Miele, ex giocatore cresciuto nella Lazio con cui da stopper esordisce nella stagione 1982-’83 (47 presenze e un gol), è intervenuto stamattina ai microfoni di Radiosei nella trasmissione Buongiorno Capitano. «Giocavo nella Primavera, poi feci due ritiri in prima squadra con Vinicio, al Ciocco in Toscana e quindi in Emilia a Pievepelago. La Lazio di oggi mi piace perché Inzaghi ragiona da calciatore di una volta, senso pratico, schiera la squadra secondo le esigenze del momento, è un motivatore e ha creato un gruppo. Lui non parte da uno schema a prescindere, sa anche adattare una formazione a partita in corso a seconda degli eventi. Alla fine porta a casa anche un minimo risultato positivo. Sia in difesa, sia in avanti ha diverse alternative e in mezzo ha saputo adattarsi facendo bene». Miele partecipa così al dibattito su una squadra troppo rinunciataria a Napoli? «Si è portato via un punto evitando le goleade di altri tempi. L’allenatore ha capito quali fossero gli uomini nelle migliori condizioni. Quest’anno ha trovato giocatori che stanno rendendo meglio rispetto al passato. Ovviamente dobbiamo aspettare, finché ci sono i risultati il gruppo è unito. Dovremo aspettare i momenti di difficoltà per una valutazione complessiva». Antico dibattito: meglio il bel gioco o i punti? «In Italia il gioco difensivo magari non piace ma paga di più e alla gente interessa la classifica. Se hai fatto belle partite ma non punti alla fine non conta, i tifosi guardano solo la classifica». L’avvocato si pronuncia così anche sull’eventuale apporto di Peruzzi. «La sua esperienza la vedo tutta. Credo che abbia dato più di un suggerimento e se ti affidi a chi sa di calcio qualcosa ottieni. Non basta avere esperti economici, bisogna avere persone di calcio». L’utilizzo dei giovani come Lombardi e Murgia che significa? «Quando giocavo io eravamo otto di Roma e c’era una partecipazione diversa. Il problema vero è che Roma e Lazio devono investire su questo vivaio romano così ampio. Le esigenze economiche e il passato di Inzaghi hanno contribuito a schierare questi ragazzi in campo, utilizzando giocatori che non costano alla società».

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