Più che positivo il bilancio di Riccardo Rigo al rientro dalla dodicesima edizione del Rally della Val d’Orcia, più di quanto il secondo posto ottenuto, al debutto in classe N5, possa far trasparire da una classifica che ha visto solo tre partenti al via.

Tante erano le incognite della vigilia per il pilota di Borgo Valsugana, chiamato ad affrontare un radicale cambio di prospettiva, abbandonando l’eterna Mitsubishi Lancer Evo IX di gruppo N.

Salito, per la prima volta, sulla nuova Citroen DS3 N5, messa a disposizione dalla Power Brothers dei fratelli Colonna, il pilota di Borgo Valsugana si trovava a scoprire una vettura a lui totalmente sconosciuta, non avendo potuto svolgere alcuna sessione di test prima della gara.

Nonostante questo il piazzamento finale, secondo di classe N5, si traduce in un buon bottino di punti che gli permette di iniziare la caccia al Trofeo Open N5, partendo con il giusto piede.

“La N5 è una vettura molto sensibile” – racconta Rigo – “e, rispetto alle vetture di produzione, ogni minima regolazione apportata si sente tantissimo. Non avevamo mai corso sulla terra con le Michelin e non avendo fatto nessun test era tutto nuovo. Possiamo dire che, escludendo una classifica che comunque ci ha portato un buon secondo posto, siamo molto contenti perchè le varie regolazioni apportate, durante la gara, sono andate nella giusta direzione. Il percorso era molto tortuoso e veloce, condizioni ideali per cercare di prendere confidenza con una vettura nuova. Qui abbiamo corso tante volte, vincendo spesso, ma con la Citroen DS3 N5 ci siamo trovati davanti ad una nuova partenza, sostanzialmente da zero. È andata decisamente bene.”

Pagando dazio sulle prime prove speciali, data la totale assenza di esperienza sulla DS3, il neo portacolori della Scuderia Malatesta, affiancato da Alessio Angeli alle note, vedeva Samsonas prendere già il largo mentre la lotta si accendeva con il connazionale Camporese.

Tutto sembrava volgere per il meglio ma, sulla prima ripetizione di “Piancastagnaio”, Rigo incappava in uno sgambetto della dea bendata che gli faceva perdere ben due minuti.

“Sulla quarta” – aggiunge Rigo – “una vettura che ci precedeva ha cappottato ed è ripartita proprio davanti a noi. Abbiamo percorso una decina di chilometri nella polvere alzata, come se fosse nebbia, ed abbiamo perso moltissimo tempo. Se a questo ci aggiungiamo anche una foratura direi che, in quel frangente, non siamo stati fortunati. Il nostro obiettivo era un altro.”

Con una classifica ormai congelata il trentino sembrava doversi accontentare del terzo posto ma, l’inaspettato forfait di Camporese dopo la penultima, pareggiava il conto con la sorte.

“Grazie alla Scuderia Malatesta ed ai fratelli Colonna” – conclude Rigo – “per il lavoro svolto e grazie ad Alfredo De Dominicis, sempre pronto a darci utili consigli. Ora proseguiremo con la seconda del Trofeo Tricolore N5, la prima su terra, ovvero il Rally Adriatico, a fine Aprile.”

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