RAI Italia Polonia
RAI Italia Polonia

Mentre l’allenatore dei panzer si tocca i marroni e per certa stampa contano più le wags che i gol, mentre in Francia le scazzottate fra pseudo tifosi la fanno da padrone e dall’altra parte del mondo il Brasile esce mestamente dalla coppa America, l’Europeo di calcio prosegue fra tifosi improvvisamente di nuovo innamorati della nazionale e pronti a criticare stavolta i belgi, che “noi abbiamo cantato l’inno di Mameli e loro hanno fatto scena muta”. L’Italia vince 2-0 con gol di Giaccherini e Pellè mentre il carro dei vincitori diventa sovraccarico, e aumentano gli ingressi nella stessa quantità degli smoccolamenti d’un portiere che chiede di liberare la sua area di rigore.

Vige comunque la noia d’un calcio ormai senza attesa, i media hanno vissuto la giornata del debutto azzurro raccontando attimo dopo attimo perfino le soffiate di naso dei calciatori, ammesso e non concesso ci siano state. Peccato, non si riesce più a sognare come quando c’era il nulla cosmico. Però per fortuna l’Italia è di nuovo diventata iperbuonista e Silvio Belusconi, fino a ieri re del bunga bunga, adesso diventa l’icona del malato più coccolato, con striscioni affettuosi appesi qua e la nell’area del nosocomio dove l’hanno operato; e i fotografi si sbizzarriscono a fotografare le lacrime della compagna. Ci pensa un calciatore a far capire che si può cambiare qualcosa e così, in contrapposizione alle minacce perpetrate ai danni di un centrocampista balcanico che ha cambiato maglia, Daniele De Rossi scrive due righe decenti sul caso: “Pjanic è stato un compagno esemplare e un professionista impeccabile, si allenava anche quando era malato e ha giocato spesso anche con le infiltrazioni. Mi dispiace che sia andato a rinforzare una rivale, ma gli vorrò sempre bene. Pjanic non è una bandiera, le bandiere sono altri, altrimenti sarebbe rimasto a Lione. Il calcio al giorno d’oggi è questo e la Roma comunque resta un bene supremo”. Lui per lo meno fa capire che si può cambiare mentalità, la tv di Stato invece conferma che il pagamento del canone è una presa in giro per chi s’aspetta informazione e non la conferma d’uno scadimento del livello intellettuale simile a quello d’una tv di quartiere degli anni Ottanta. Nel ricordare un momento del calcio azzurro datato 1982, si confonde e utilizza un’istantanea di due edizioni prima. A volte è meglio non capire.

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