La Pegna: gioca per 6 minuti, 4 nel primo tempo e 2 a fine secondo senza toccare palla. Si conserva per il Clausura, dirà alle telecamere a fine partita: voto Ng.
Matronola: 6,5. Poco impegnato, decide saggiamente di non calciare le rimesse dal fondo per evitare di farsi autogol. Non subisce tiri nel primo tempo, il gol arriva nel secondo tempo su un buco difensivo, poi esce sconsolato per la deflagrazione di uno scarpino. Rientra 5 minuti dopo con gli scarpini di La Pegna, che fanno il miracolo, perchè prima resiste a una botta presa in uscita, poi nel terzo tempo effettua due parate, una di piede addirittura decisiva.
Max. 6,5. Fra dirigenti calcistici nun ce se mozzica, e quindi lo puntano poco, meno male, ma lui fa il suo, petto in fuori come i patrioti di fronte al plotone di esecuzione. Marcasse anche l’avversario sui calci d’angolo potrebbe ambire ad essere un difensore.
Ugo Ojetti: 6,5. Dopo aver (CENSURA) con la maglia, sfodera una delle sue tipiche prestazioni nelle quali tocca palla il meno possibile. Una delle poche volte che lo fa manda in porta un avversario su un rimpallo, a dimostrazione che aveva ragione Marzio. Mezzo punto in più per aver salvato un gol quasi fatto recuperando da dietro un avversario che stava appoggiando in porta.
Capitan Bisozzio 6,5. Il capolista del clausura dopo essere andato a Vignanello di Valle arriva quasi per caso anche al campo, e guida la difesa senza uscire mai dal campo, ma chiedendo ogni 5 minuti se dovesse farlo.
Punzi G. 7. Gagliardo e tosto, raramente si fa cogliere impreparato e rilancia sempre l’azione ripartendo palla al piede, talvolta esagerando in nonchalance.
Punzi A. 6. Si trova davanti un sedicenne, che non essendo ancora studente universitario nemmeno può minacciare di morte accademica ove lo sbeffeggi. Si batte e si sbatte come può, lo aspettiamo al Clausura dove marcare i 55enni è sicuramente più facile.
Galdi G. 7,5. Ottimo inizio a testa alta, dettando passaggi e intervenendo ove occorra. Cala nel secondo tempo, chiede il cambio perchè non si sente più i piedi (quanti spartani potrebbero giocare, mi chiedo, se dovessero sentire i piedi), rientra nel terzo tempo e torna a un ottimo livello, un Daniele De Rossi de noantri spartani. Ennesimo esempio di figlio d’arte riuscito molto meglio del padre, come tradizione spartana impone.
Giacomo. 7. Il notaio rientra dopo 1 anno e riprende in mano la squadra, cacando (CENSURA) come suo solito a chiunque passi nei dintorni, compagni o avversari poco importa. Gli manca solo il gol, che il portiere gli nega su conclusione dal limite di sinistro.
Lucci. 7. Rimane una pippa al sugo, anche se lui pensa di essere un misto fra Gerrard e Candreva, ma ieri fa il suo sulla fascia, aiutando la squadra nel bisogno. Chiude il match con la punizione del terzo gol, una caccavella centrale che il portiere quaglia misteriosamente, il 7 è il premio per il suo primo (e credo ultimo) gol ufficiale in maglia spartana.
La Pegna A: 6. Diligente sulla fascia toccando pochi palloni: corre corre corre, ma ‘ndo (CENSURA) va? Apprezzata una rovesciata a centrocampo, col padre che in panchina ha finalmente riconosciuto suo figlio con tanto di lacrimuccia.
Enzino 6. Accompagnato dalla fida Lola entra nel secondo tempo e si mette sulla fascia, giocando in un fazzoletto di 10 mq dove randella chiunque passi. Miracolosamente riesce a toccare dei palloni, alcuni anche con buone giocate, e chiude in attacco, dimostrando che è il pallone che deve venire da te e non tu che devi correre appresso a esso.
Punzi S. 7. Parte prima punta e la vede poco, anche perchè dialogare con Verini è impossibile anche per Messi; nel secondo tempo gioca esterno e si lancia spesso negli spazi, mettendo in mostra velocità e tecnica. Nel terzo tempo meriterebbe il gol, che il portiere gli nega due volte, e chiude incazzatissimo per non aver segnato, dimostrando la tigna necessaria.
Pampa ng. Tocca due palloni, un lancio per Verini lungo di 4 metri, e un non tiro di destro solo dentro l’area, che diventa un passaggio al portiere di sinistro rientrando. Per fare ammuina, va per due volte a fare i complimenti al portiere, sia alla fine del secondo tempo che a fine partita, che avrà pensato che era matto probabilmente. Torna a farsi notare in zona buffet con degli spunti degni del suo passato. In nome del quale gli mettiamo non giudicabile.
Verini 6,5. E’ il fratello pippa di quello di 10 anni fa, ma basta e avanza per fare due gol non difficili (sul secondo il portiere papera, sul primo è anche fortunato) diverse fughe e mangiarsene un altro paio. Si vede che gli mancano gli allenamenti contro Piacentini e Misiani, ora è nelle mani di Raiola Bianchini che lo gestisce assai male.

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