di Pietro Paolo Dorigo
Il nigeriano Simeon Tochukwu Nwankwo, detto Simy e il Cagliari restituiscono dignità al campionato italiano di serie A. Non si offendano i campioni d’Italia né chi si sente campione per la capacità di saper dare due calci a un pallone, ma la domenica del centrattacco africano e della squadra sarda sono episodi che meriterebbero un premio alla coerenza, alla sportività, alla lealtà. Simy, che gioca nel Crotone retrocesso ormai da almeno un paio di mesi, realizza il gol del pareggio nella sfida col Benevento, squadra in piena lotta per salvarsi. Quindi si poteva immaginare da una parte la formazione sannita pronta a giocare all’arma bianca e i calabresi a far da vittima sacrificale. Macché, il football regala ogni tanto scampoli di schiettezza. La stessa messa in campo dal Cagliari nella San Siro rossonera. Con la squadra salva ancor prima di giocare e col Milan costretto a vincere per mantenere in piedi la speranza di partecipare alla prossima Champions league, accade l’imponderabile, finisce zero a zero e il Cagliari rischia perfino di sbancare il Meazza, con buona pace di chi all’ultimo minuto s’è andato a giocare la vittoria facile dei milanisti. Non restituisce invece dignità al popolo del pallone quello striscione appeso a ponte Milvio per osteggiare il neo allenatore della Roma Mourinho, un gesto che fa passare in second’ordine perfino il successo dei giallorossi nel derby. Un successo che vieta ai cugini di entrare nella prossima aristocrazia del calcio europeo e che tiene viva la speranza romanista di partecipare alla prossima Conference cup nonostante la rincorsa del Sassuolo. L’Atalanta è in Champions league, Benevento e Torimo domenica si giocheranno la permanenza in serie A. Ma se il Toro nel recupero con la Lazio ottiene almeno un punto è già salvo.

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