A News.Superscommesse è intervenuto Daniele De Vezze. L’ex centrocampista, classe 1980, in carriera ha indossato, tra le altre, le maglie di Roma, Reggiana, Genoa, Livorno, Bari e Torino. Nel 2008 viene acquistato a titolo definitivo dal Bari, club con il quale sottoscrive un contratto triennale, contribuendo alla promozione in Serie A. In carriera ha militato anche nel Pergocrema, Benevento e Matera, prima di appendere le scarpette al chiodo e collaborare come opinionista TV per varie emittenti sportive.

Il Bari si è reso protagonista di un ottimo avvio di campionato. Ti aspettavi un inizio così entusiasmante? I biancorossi hanno le qualità per puntare alla promozione in massima serie?
Nessuno poteva pronosticare un inizio del genere. Che il Bari avesse un organico superiore lo scorso anno in C era sotto gli occhi di tutti, ma questo tipo di impatto con la Serie B era inimmaginabile. Si tratta comunque di un campionato molto insidioso. Ci sono tante squadre ben attrezzate: si può vincere o perdere contro qualsiasi avversario, d’altronde questo è il bello della cadetteria. Dopo nove giornate non credo sia possibile sbilanciarsi sulle chance di promozione dei biancorossi. Per fare un bilancio bisogna aspettare la sosta invernale e capire come si muoverà la dirigenza sul mercato. Penso comunque che la squadra possa puntare tranquillamente ai playoff, ha tutte le carte in regola per arrivarci.

La coppia d’attacco composta da Antenucci e Cheddira sta sorprendendo anche in Serie B. Te lo aspettavi? Quali sono le caratteristiche che apprezzi di più di questi due calciatori?
L’esplosione di Cheddira ha favorito questo inizio di stagione positivo del Bari. Può essere considerato come un nuovo acquisto, sicuramente è un calciatore totalmente diverso rispetto a quello visto lo scorso anno. Ha avuto un impatto devastante con la Serie B. Non voglio spegnere l’entusiasmo generale, ma credo ci sia da attendere ancora qualche settimana per capire il suo vero potenziale. Probabilmente andrà al Mondiale con il Marocco e salterà diverse partite, spero ciò non incida sul suo rendimento. Diverso il discorso per Antenucci, un giocatore che da sempre arriva in doppia cifra a fine anno. Insomma, uno dal rendimento assicurato. Atleticamente sembra un ragazzino, è una persona che si cura tanto anche fuori dal campo. Ha qualità ed è un leader e un esempio per tutti i compagni e soprattutto per quelli più giovani.

I biancorossi si stanno affermando come squadra arcigna e compatta, ci sono altri giocatori del Bari che ti stanno sorprendendo in positivo?
Ce ne sono tanti che mi hanno sorpreso finora. Ero scettico su Maiello, ma per il gioco che fa Mignani si è dimostrato un play perfetto. Maita ha avuto una crescita pazzesca nella sua esperienza al Bari e merita ampiamente la categoria. Folorunsho mi piace tantissimo: è una forza della natura ed ha ottimi tempi di inserimento. Bellomo, poi, è come Antenucci: un usato sicuro. Uno che ha i tempi e sa giocare a calcio. Mi piace tanto anche Ricci, ha grandi margini di miglioramento e può esprimersi a livelli ancora più alti. Poi, sta sorprendendo anche il portiere Caprile: per l’età che ha è un fenomeno. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per fare un ottimo campionato. Non a caso il Bari era primo in classifica fino a poco tempo fa.

L’ultima partita, contro l’Ascoli al San Nicola, ha segnato una battuta d’arresto. C’è stato un approccio sbagliato? Cosa a tuo parere non ha funzionato?
Per come la vedo io il Bari soffre le squadre che giocano con il 3-5-2. Puoi essere la sorpresa per le prime sette o otto partite, poi gli avversari studiano il tuo modo di stare in campo e prendono le misure. Quello che i biancorossi hanno ottenuto a Cosenza o a Cagliari, magari non meritando pienamente, l’hanno perso contro i bianconeri. Era una partita da 0-0, ma è arrivata la sconfitta. Ben vengano queste sconfitte: è importante restare con i piedi per terra.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro? Ti piacerebbe allenare o punti ad altro?
Attualmente collaboro con una scuola calcio importante e mi diverto commentando il Bari. Non mi dispiacerebbe rientrare nel mondo del calcio. Da allenatore non mi ci vedo, sarei contento se mi arrivasse una chiamata da collaboratore. Non mi sento ancora pronto per una panchina, ho bisogno di accumulare esperienza, di studiare e di aggiornarmi sui vari aspetti. Ecco perché preferirei un ruolo da collaboratore in questo momento.
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