Otto azzurri in una serata di stelle mondiali, due sfide da brivido (Jacobs e Tortu nei 100 con il gotha del pianeta, Tamberi con i big dell’alto), almeno tre record del mondo che tremano: quello appena polverizzato da Karsten Warholm nei 400hs, quello del triplo attaccato da Yulimar Rojas e – perché no – il primato dei 1500 che non è mai al sicuro quando gareggia Sifan Hassan. È quasi Tokyo nel Principato di Monaco, venerdì sera, al Meeting Herculis dello stadio Louis II, teatro di una sesta tappa della Wanda Diamond League che si annuncia strepitosa al solo scorrere le liste dei partecipanti. L’attesa azzurra è soprattutto sul rettilineo dei 100 metri, con il primatista italiano Marcell Jacobs (Fiamme Oro) e il finalista mondiale Filippo Tortu (Fiamme Gialle) a misurarsi con la nobiltà statunitense, ovvero i tre qualificati per i Giochi Trayvon Bromell (9.77), Ronnie Baker (9.85) e Fred Kerley (9.86), e fari puntati anche sulla pedana dell’alto dove Gianmarco Tamberi (Atl-Etica San Vendemiano) ritrova i rivali olimpici Maksim Nedasekau (Bielorussia), Ilya Ivanyuk e Mikhail Akimenko (Ana), in una gara che alla vigilia ha visto anche l’inserimento di Marco Fassinotti (Aeronautica). Italia anche nei 3000 siepi con Ahmed Abdelwahed (Fiamme Gialle), nel lungo con Filippo Randazzo (Fiamme Gialle), nell’asta con Roberta Bruni (Carabinieri) e nel triplo con Dariya Derkach (Aeronautica), tutti convocati per i Giochi, tutti impegnati contro gli avversari più forti al mondo, per cominciare a respirare il clima olimpico.

Serata galattica. Un dato su tutti: soltanto primati personali sotto i dieci secondi, per gli otto velocisti in gara. In sei da 9.90 in giù. Notte di emozioni forti, per Marcell Jacobs e Filippo Tortu, sui blocchi alle 21.28. Emozioni da gestire e da trasformare in adrenalina. Perché entrare in un cast del genere non è scontato, significa tanto, ma non basta: bisogna restare più vicini possibile ai fenomeni, magari batterne qualcuno. A 22 giorni dalle batterie olimpiche dei 100 metri (31 luglio), gli sprinter azzurri si confrontano con i dominatori dei Trials di Eugene, tutti i maggiori candidati per l’oro di Tokyo, in particolare il leader mondiale stagionale Trayvon Bromell, il settimo uomo più veloce della storia, nella sua prima uscita in Europa dal 2016. E poi Baker e Kerley, pezzi grossi della velocità a stelle e strisce. A Stoccolma, domenica scorsa, Jacobs ha già fronteggiato (e sconfitto) alcuni dei jet mondiali, prestigioso secondo posto in Diamond League (10.05) nello spalla a spalla con Baker (10.03), e ha proseguito la scia di ottime prestazioni inaugurata con il 9.95-record di Savona e alimentata – dopo lo stop per infortunio muscolare – dal 10.06 di Chorzow e dal 10.01 degli Assoluti di Rovereto. Quanto a Tortu, Montecarlo è invece l’occasione per cambiare marcia (stagionale di 10.18 nell’esordio di Rieti) ed esaltarsi contro avversari di grido, tra i quali ruggisce pure il sudafricano Akani Simbine, fresco di record africano portato a 9.84 in Ungheria – più di un’ipoteca sulla medaglia a cinque cerchi – ma anche il bronzo olimpico e mondiale Andre De Grasse (Canada, 9.99 quest’anno) e il francese Jimmy Vicaut. Dieci secondi (e probabilmente molto meno) imperdibili.

Il tempo di metabolizzare la gara di mercoledì a Szekesfehervar (buon 2,30 ma un quarto posto che non lo soddisfa) e c’è subito Montecarlo per Gimbo Tamberi. “Quella” pedana. Lo stadio che evoca il 2,39 e il successivo crac che gli ha negato Rio. Era il 2016. Sempre luglio. Sono passati cinque anni ed è la vigilia di una nuova avventura olimpica. L’azzurro, dalle 19.50, prova ad aggiustare gli aspetti tecnici che non l’hanno convinto in Ungheria e soprattutto cerca il riscatto contro i “big 3” che l’hanno superato pochi giorni fa: il campione europeo indoor Nedasekau 2,37, i russi Ivanyuk 2,33 (e già 2,37 all’aperto) e Akimenko 2,33. Manca Barshim ma gli altri favoriti dei Giochi ci sono tutti. E saltano anche l’ucraino Andriy Protsenko, l’australiano Brandon Starc, il canadese Django Lovett. Ultim’ora, è l’inserimento del campione italiano Marco Fassinotti, 2,26 a Rovereto, a completare un parterre eccellente. Per Tamberi è la quinta gara all’aperto, l’ultima prima di Tokyo, in un’altalena che fin qui l’ha dondolato a 2,20 (Hengelo), 2,33 (Golden Gala di Firenze), 2,24 (Leverkusen) e poi 2,30 in Ungheria, una stabilità minore rispetto a quella sfoggiata nella stagione indoor (fino al 2,35 per l’argento degli Euroindoor di Torun) ma che intende ritrovare a tre settimane esatte dal turno di qualificazione di Tokyo in programma il 30 luglio.

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