È l’intervista al direttore tecnico Antonio La Torre il servizio di apertura del nuovo numero di Atletica, il magazine della Federazione Italiana di Atletica Leggera, di recente premiato dalla federazione mondiale con la prestigiosa World Athletics Heritage Plaque. Il DT azzurro traccia un bilancio del suo primo anno di attività e rivolge lo sguardo alla stagione 2020 che avrà nei Giochi olimpici di Tokyo il momento cruciale, seguito poche settimane dopo dagli Europei di Parigi. È stato un 2019 “soddisfacente: sono passato da una presa visione dell’ambiente, alla costruzione di una squadra di prim’ordine che poggia su una serie di imprescindibili collaboratori, Roberto Pericoli e Tonino Andreozzi in primis”, racconta La Torre. “Ho contribuito a far emergere certe energie positive e a cancellare quelle tante lagne che da vent’anni affossavano l’ambiente. Ma nessuna spavalderia, sia chiaro: il mondo corre, marcia, salta e lancia molto meglio di noi”. “Su chi punta?”, chiede Andrea Buongiovanni, che firma l’intervista. “Su Tortu, settimo velocista iridato a 21 anni, su Jacobs, che continuerà a disertare il lungo, su Re, su tutto il prossimo quadriennio di Crippa, su Tamberi, su Stecchi, sulla Bogliolo. Vorrei aggiungere la Folorunso, ma lei sa che mi aspetto un ulteriore salto di qualità”. Le possibili sorprese per il 2020 e per il futuro, il piano per i Mondiali indoor di Nanchino sempre più vicini, lo stato di salute del settore marcia e certamente i Giochi di Tokyo al centro della riflessione: “Il vero tema, dato il caldo e l’umido, saranno i recuperi tra un turno e l’altro – prosegue La Torre – soprattutto per i velocisti. Noi puntiamo ad avere tutte e cinque le staffette e quindi, inevitabilmente, avremo una squadra numerosa, con una composizione non lontana dai 65 atleti di Doha”.

Articolo precedenteSci paralimpico, Giacomo Bertagnolli rivince a Prato Nevoso
Prossimo articoloPorsche Italia, chiuso un 2019 record, arrivano le novità del 2020