Maria Lucia Palmitessa, diciottenne di Palma di Campania prima ha vinto nella gara femminile di fossa olimpica nel I Gran Prix “Carlos Boza Vega-Leon” a Lima disputatosi sulle pedane sulle pedane del Polígono “Capitán FAP José Quiñones” nel distretto di Chorrillos (Lima), poi ha messo in fila anche i maschietti, restituendoci un tiro a volo antico in cui uomini e donne sparavano insieme sino a quando la cinese Shan Zhang a Barcelona ’92 non batté il peruviano Juan Giha e il nostro Bruno Rossetti. Fu lo “sgarro” che determinò probabilmente la separazione delle gare in femminili e maschili. Al femminile podio tutto azzurro: Maria Lucia Palmitessa, Alessia Montanino e Isabella Cristiani, con Fiammetta Rossi quarta.
Nel Memorial, organizzato in ricordo di un grande dirigente internazionale del tiro a volo, papà di Francisco (Boza ndr), argento a Los Angeles ’84 dietro al fuoriclasse Luciano Giovannetti, Lucia Palmitessa con il punteggio di 1115/125 ha battuto l’azzurro Alessandro d’Ambrosio (114) e il peruviano Alessandro De Souza (112). Gli altri italiani in gara: Matteo Marangiu 4° con 111, Alessia Montanino 8° con 108, Nicholas Antonini 10° con 105, Luca Miotto 17° con 101, Fiammetta Rossi 22° con 94, Isabella Cristiani 24° con 93.
“Punteggi bassi a causa di un vento che soffiava a folate e lanci complicati, ma è stata una strana quanto formativa esperienza per tutti noi” ha dichiarato il direttore tecnico della fossa Albano Pera.
“Non era facile – aggiunge Pera- districarsi in una situazione complicata e ricca di colpi di scena. Nel contempo si svolgeva il “Campeonato sudamericano di Escopeta” e in gara hanno sparato atleti scaltri e consumati di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Perù e Uruguay. Dopo le finali femminili è stato detto che le donne potevano proseguire la gara con gli uomini nel Grand Prix che non prevedeva finali.
La ragazzina campana ha già un nutrito curriculum: bronzo mondiale junior a Lonato 2016, quarto posto europeo a Maribor 2015, argento in Coppa del Mondo a Suhl 2016, e quarto posto alla prova di Coppa di Lonato 2015. Oggi il fior all’occhiello: battere tutti, uomini e donne, una favola che si è realizzata per l’estemporaneità che in Sudamericana trova terreno facile, ma che certifica come in questo sport uomini e donne possano essere allo stesso livello di competitività.