Monini Spoleto
Monini Spoleto

Anatomia di un trionfo annunciato. O quasi. Sono le 20,10 quando la schiacciata racchia di Baldazzi spedisce la Monini Marconi in Paradiso. Ferrara è distrutta ed la sconfitta inopinata dell’andata è stata vendicata con gli interessi. Ma non è stato facile arrivare al “gran buffet” della serie A2. Che mancava a Spoleto da otto anni. Persa per 0,15 di quoziente set, la massima serie è stata riconquistata con una partita tatticamente perfetta. Giocata con il cuore e lottata con il coltello tra i denti. Le lacrime di Mimmo Cavaccini, il “ministro della difesa” che abbraccia amici e parenti dedicando un pensiero alla sorella che non c’è più, sono l’immagine più bella e poetica di una serata bagnata.Dicommozioneche simescola con la pioggia battente. Il senso della volataè racchiuso nelle parole dell’allenatore Riccardo Provvedi. “Dopo otto anni meritavamo davvero di tornarein serieA2 – dice il coach che abbracciamoglie e figli -. Abbiamo dimostrato con il carattere che ci tenevamo tanto a raggiungere questo traguardo”. La più prudente, se non altro per scaramanzia, è la presidente Vincenza Mari. “Non abbiamo ancora vinto il campionato – ha detto con l’occhio ceruleo e la voce garrula -, ed i miei ragazzi sanno chedevono farlo. Perché chi arriva primo è sempre due volte”.

La gara  non è stata affatto una passerella trionfale. Il Ferrara operaio dell’ex Petrarca Martinelli ha lottato su ogni pallone: ha mostrato il grugno in difesa ed il ghigno in attacco. Ma la Monini ha saputo prendere in mano la partita quando l’avversaria, con Drago Baldazzi e Bernard, ha rialzato la testa. Ci ha pensato un gigantesco Bertoli, galvanizzato dalla presenza del mitico papà “Mano di pietra” a togliere dal freezer lo champagne: la pipedel 10-9 nel terzo set, dopo una difesa da cineteca del volley del “ministro” Mimmo Cavaccini, è qualcosa da raccontare ai nipoti accanto ad un caminetto acceso. Il gioco non è stato facile, e quellache verrà sarà unalunga partita per il primo posto: già da Grosseto la neo promossa è attesa da bottiglie di arsenico e vecchi merletti. Quelli che sanno cucire solo le mani fatate dell’ex Paolo Torre.

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