Domenica 5 novembre ore 10.00. Appuntamento nella pittoresca cornice della necropoli rupestre di Castel d’Asso. Dopo il successo delle prime cinque tappe, tocca infine ad “ATI, professione principessa etrusca”. Sesto episodio del ciclo di passeggiate “Viterbo, la città delle donne – 7 passeggiate/racconto al femminile”: una iniziativa patrocinata-finanziata dal Comune di Viterbo e dal Distretto dell’Etruria meridionale e realizzata per le cure del sottoscritto e di Banda del racconto (in collaborazione con Davide Ghaleb Editore). Progetto nato da un’intuizione della vice sindaca Luisa Ciambella. Conduce Antonello Ricci. Regia di Pietro Benedetti. In scena: Laura Antonini nei “panni” dell’immaginaria principessa etrusca. Alle percussioni Roberto Pecci. Luisa Ciambella porterà i saluti dell’amministrazione comunale.
Partecipazione gratuita.

di Antonello Ricci

Donne etrusche. Per i Greci erano delle poco di buono, discinte e ubriacone (nuda e cruda: sostanzialmente delle puttane). Ma su quel giudizio, formulato da un noto pettegolo dei tempi antichi, pesavano certo vecchie ruggini legate a fatti di pirateria e rotte mercantili. E poi, diciamola tutta, in quegli stessi pubblici comportamenti le Greche non erano certo da meno. Voglio dire: quel birbaccione di Teopompo non era che un bue il quale si ostini a dar del cornuto all’asino.
I Romani invece si scandalizzavano delle Etrusche perché non se ne stavano a casa a fare la calzetta. Le consideravano colpevoli di aver offerto il cattivo esempio alle colleghe latine. Eh sì, perché il ruolo della donna “angelo” del focolare anche nella Roma repubblicana andava ormai stretto alle matrone. E per il maschio latino standard non c’era dubbio: beati i tempi della monarchia… si stava meglio quando si stava peggio.
Stereotipi a parte, se alle scarse e fuorvianti fonti letterarie tardo-antiche – debitamente rilette “in salsa” antropologica – affianchiamo quelle archeologiche dirette (fonti iconografiche come pitture e ceramiche, e corredi funebri) in Etruria vien fuori il ritratto di uno status femminile davvero sorprendente: emancipato e colmo di dignità. Un modello di grande attualità su cui merita riflettere.
Per il penultimo appuntamento di “Viterbo la città delle donne” (passeggiata/racconto il cui itinerario si snoderà lungo i sentieri della pittoresca necropoli rupestre di Castel d’Asso) “guida” d’eccezione sarà lei… la giovane e sorridente “principessa” ATI: il personaggio d’invenzione partorito dalla creatività istituzionale e protagonista della recente-fortunata campagna di promozione territoriale “Experience Etruria” voluta dal Distretto dell’Etruria meridionale. Insomma, una mattinata da non perdere…

Dopo il successo dei primi cinque episodi (Galiana bella, Vittoria Colonna, Rosina la santa giovinetta, le donne della Commedia dantesca, Beatrice in testa e infine Donna Olimpia) ribadiamolo: la sfida intrapresa da Banda del racconto con questo inedito ciclo di passeggiate/racconto, non era delle più facili né prevedeva esiti scontati. Perché quand’anche – anche a Viterbo – le donne sembrino, qua e là, nel corso dei secoli, essersi affacciate da protagoniste ai piani nobili della storia, con il tocco straordinario di una “differenza” di genere, esse sono comunque rimaste Senza-Voce. Eh sì, perché la storia è e resta scrittura. La scrittura è potere. E il potere, ahimè – soprattutto quello dell’inchiostro, dello stilo e della gomma da cancellare – è sempre stato brandito dagli uomini. Questo, al tempo stesso, l’aspetto più appassionante di tale sfida: sfregare e rievocare, dalla lampada magica di carte vergate in terza persona da un narratore maschio, una voce femminile in prima persona. Recuperarne, con umiltà, la luminosa soggettività.
A Natale 2017 “Viterbo, la città delle donne” sarà anche disponibile in formato DVD: una speciale guida della città, per cittadini e turisti. Viterbo come nessuno ve l’aveva mai raccontata.

Ultimo appuntamento: “ATI, professione principessa etrusca” verrà replicata domenica 3 dicembre (appuntamento ore 10.00).

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