Nella domenica in cui il Napoli sbanca Ferrara e perde Milik per la seconda volta, povero ragazzo, e la Juventus annichilisce il Torino nel derby grazie al solito Dybala, colpisce l’immaginario collettivo la banda del buco milanista, con i rossoneri che perdono a Genova contro una Sampdoria che bussa e cammina e che si ritrova, zitta-zitta, a quota 11 in classifica, un punto in meno della Roma, squadra con cui dovrà recuperare la partita interna rinviata per un nubifragio. La formazione allenata da Eusebio Di Francesco dal canto suo manda al tappeto le resistenze dell’Udinese, appena tre punti conquistati nelle prime sei giornate di campionato, roba che Del Neri adesso è a rischio ancor più degli allenatori di Spal e Benevento, squadre che provengono dalla cadetteria ma che comunque fino a oggi, nonostante le tante sconfitte, hanno mostrato buone produzioni calcistiche. Sulla graticola oltre all’allenatore che dimentica per strada le erre c’è anche Rastelli, allenatore di un Cagliari capace di perdere le ultime due gare disputate, entrambe alla Sardegna Arena, roba da mandare ai matti perfino Freud. La pazza Inter sale a quota 16, appena alle spalle delle battistrada, la Lazio si riprende dopo la sconfitta interna contro i “sarriani” e ne rifila tre a domicilio al Verona. Si annotino gli addetti ai lavori le prestazioni di Mandragora e Chiesa, i cui gol fanno sognare Crotone e Fiorentina, mentre a proposito dei calabresi va dedicato un pensiero a Marco Tumminello, che si è rotto il crociato e finisce pure lui a Villa Stuart sotto i ferri del professor Mariani. Pioli si lamenta del Var, ma dovrebbe lamentarsi del suo attaccante Babacar, che fa più danni della grandine contro l’Atalanta, mentre non va presa sottogamba la vittoria del Bologna sul campo del Sassuolo. Si segna su tutti i campi, e se non ci fosse stato Sportiello a difendere i pali della Fiorentina avremmo vissuto una giornata da record. Una convocazione in azzurro per un portiere poco pubblicizzato come lui non sarebbe reato.

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