Una commedia agrodolce sui nuovi tic. Una simpatica occasione per guardare il proprio smartphone, tablet o pc con occhi nuovi. Critici. Un discreto successo di pubblico di questa stagione che, anche al Circolo Canottieri Roma, ha riscosso consensi e applausi. E’ “Sconnessi”, film proiettato nell'”arena” di Lungotevere Flaminio 39 riaprendo così “Cinema Stabile – Claudio de Vittembeschi”, la rassegna voluta dai consiglieri Edmondo Mingione e Mario Martelli spalancando le porte del Circolo al cinema italiano e ai suoi protagonisti.

Protagonisti come Christian Marazziti e Roberto Cipullo, rispettivamente regista e produttore del film bravi anche a intrattenere la folta platea. Ad aprire la serata, il cocktail a bordo piscina per godere, tra l’altro, di uno di quegli splendidi tramonti che il Tevere è capace di regalare. Il grande jazzista Lino Patruno il primo ospite ad arrivare, offrendo quel sorriso da sempre suo marchio di fabbrica. Tra i presenti anche il principe Guglielmo Giovanelli Marconi. Nonostante il fastidioso dolore dovuto a un infortunio alla spalla occorso nel week end, il presidente del Circolo Massimo Veneziano non ha voluto mancare l’appuntamento. Al suo fianco il consigliere al Canottaggio Giorgio Calò.

Il critico Masolino D’Amico ha introdotto la proiezione, ricordando la grande presenza del telefono sul grande schermo. “Uno strumento che, nei film d’azione americani, diventa persino il telecomando per un potente esplosivo. Profetico”. Quanto a “Sconnessi”, “aggiunge qualcosa in più. Prende infatti vita da un’idea molto brillante in cui i protagonisti sono legati alla connessione Internet e si ritrovano isolati. La fortuna del film si deve anche a un gruppo di bravi attori”.

“Bravi attori e bravo anche il regista, capace di portare sullo schermo una storia non semplice come può sembrare”, ha aggiunto Roberto Cipullo, già transitato al Circolo nel luglio scorso per presentare “Ovunque tu sarai”. “Mi piaceva che questo film si ricollegasse idealmente a ‘Perfetti sconosciuti’. In quel caso, un gruppo di persone reagiva a ciò che usciva dai rispettivi cellulari; in questo reagisce a ciò che invece non esce da quei dispositivi”.

Christian Marazziti ha poi ricordato la frase che ha scatenato tutto. Parole che ai tempi erano virali sui social e che vengono riportate anche sulla locandina: “Sono rimasto senza connessione per qualche ora e ho avuto l’occasione di parlare con delle persone meravigliose; dicono di essere la mia famiglia”. “La prima volta che l’ho letta sono scoppiato a ridere, ma qualcosa era scattato”. Basta guardarsi intorno. “La gente non parla più, non si guarda più negli occhi. Per questi motivi ritengo che ‘Sconnessi’ sia un film di cui si sentiva il bisogno”.

E allora via alla proiezione. Il noto scrittore Ettore, appassionato sostenitore della vita senza Internet impersonato da Fabrizio Bentivoglio, costringe i suoi cari in uno chalet di montagna privo di connessione. Il pretesto è il suo compleanno, l’occasione giusta per avvicinare i figli Claudio (Eugenio Franceschini) e Giulio (Lorenzo Zurzolo) alla sua seconda moglie, incinta al settimo mese, Margherita (Carolina Crescentini). A costoro si aggiungono la fidanzata di Claudio e fan di Ettore, Tea (Giulia Elettra Gorietti); il fratellastro di Margherita Achille (Ricky Memphis), l’altro fratello Palmiro (Stefano Fresi); la tata ucraina Olga (Antonia Liskova), sua figlia Stella (Benedetta Porcaroli); e il portiere dello stabile in cui vivono (Maurizio Mattioli). Tutti legati in maniera indissolubile e quasi morbosa al mondo Internet. Sconnessi, scoppia la catastrofe. Che tanto catastrofe, forse, non è.

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