Dalle Istituzioni così come dalla comunità scientifica e dai pazienti affetti da sordità cooperazione e dialogo per la gestione di fondi destinati alla prevenzione e alla terapia della sordità, un problema spesso sottovalutato che però coinvolge 350 milioni di persone nel mondo (7 milioni solo in Italia). Questo il dato emerso dalla tavola rotonda intitolata “Le barriere della sordità: l’accesso alle risorse per il trattamento delle ipoacusie gravi e profonde”, conclusosi a Sorrento, nell’ambito del 104° Congresso Nazionale della Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIO).

“Il convegno vuole richiamare l’attenzione di clinici, pazienti e pubblici amministratori su un quesito – ha sottolineato il prof. Antonio Quaranta, ordinario di otorinolaringologia all’Università di Bari, già componente del Consiglio Nazionale delle ricerche sugli impianti cocleari – E’ più costoso per l’Italia avviare un programma omogeneo sul territorio nazionale di assistenza ai pazienti non udenti oppure ignorare un problema come questo, che può avere ricadute a livello sociale?”. E ancora: “Per la prima volta il convegno apre alle associazioni dei pazienti, favorendo il confronto con pubblici amministratori e comunità scientifica sull’accesso alle tecnologie di ultima generazione per la cura della sordità e sull’omogeneità delle terapie e delle risorse. Nel frattempo, a livello globale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dovrebbe votare a breve un piano di azione per il sostegno economico agli stati europei finalizzato alla lotta contro l’ipoacusia profonda” sottolinea il prof. Ettore Cassandro, docente di otorinolaringoiatria e audiologia all’Università di Salerno, candidato alla presidenza SIO. Una causa sposata anche da Fernanda Gellona, direttore generale di Assobiomedica, foriera del punto di vista dei produttori sui nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

In un Paese in cui solo il 25% dei pazienti affetti da disturbi uditivi si sottopone alle cure, il Ministero della Salute sottolinea il divario tra Nord e Sud, ove Campania, Calabria, Molise, Puglia e Sicilia si attestano con un punteggio LEA sotto la media. La difficoltà di accesso alle risorse sul territorio è stata illustrata dal dott. Francesco Mosca, responsabile audiologia dell’Ospedale Monaldi di Napoli: ”Stanti le difficoltà nel ricevere fondi per lo sviluppo di percorsi diagnostici e terapeutici per l’udito, la Campania ha concentrato le risorse stanziate dalla Regione e dall’Università Federico II su tre centri ospedalieri eccellenti. Una strategia vincente grazie alla quale, già nel 2005, qui si eseguivano diagnosi sull’udito dei neonati utili per individuare un percorso terapeutico efficace e capace di iniziare dai primi anni di vita, aumentando la possibilità di riuscita”. “Una terapia che a volte richiede l’intervento chirurgico”, conclude Mosca sottolineando che, ogni anno, nel suo reparto vengono realizzati 130 interventi su pazienti con patologie oncologiche dell’orecchio, 400 per patologie delle alte vie respiratorie, 300 per patologie del labirinto e 30 impianti cocleari.

“La sordità è una disabilità invisibile su cui serve una forte azione di sensibilizzazione sul pubblico e soprattutto sulle Istituzioni e sulla comunità medico-scientifica”, questo il punto di vista delle associazioni pazienti, rappresentate dal dott. Domenico Pinto: “Tramite la condivisione di un documento programmatico con le associazioni di tutta Italia, abbiamo voluto dare più autorevolezza al mondo dei non udenti nel dialogo con le Istituzioni e con i medici affinché si possano trovare e gestire meglio le risorse per la diagnosi e la cura delle patologie che affliggono i nostri associati”.

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