di Alessandro Tozzi
Siamo quasi al giro di boa, anche perchè a questi ritmi non si regge a lungo come spettatori, oggi è partita l’atletica, da sempre la regina delle Olimpiadi, anche di queste senza pubblico.
I giapponesi hanno già vinto ad oggi 5 ori in più di tutta la edizione del 2016, e il doppio di quella del 2012, insieme all’Australia sono al momento la nazione con più incremento di medaglie, anche se giocano in casa ma senza il tifo, gli ha detto anche male. La Cina ha ormai superato gli Usa, che a Rio avevano il doppio delle loro medaglie: c’è uno studio economico e sociale assai interessante da approfondire anche dietro un semplice medagliere olimpico.
Oggi una sola medaglia per noi, un bronzo nell’arco, una ragazza 24enne che avevo visto tirare l’altro giorno a squadre, alla quale non avrei dato una chance su un milione, e invece freccia dopo freccia ha fatto una bella impresa. La prima cosa che ha fatto, come a togliersi un peso durato 24 anni, è stata ringraziare la sua fidanzata olandese che le è stata molto vicina in questi anni, ormai il coming out femminile non viene nemmeno più quotato, chissà la pugile italiana che sta per vincere la medaglia cosa dirà fra qualche giorno; stiamo però aspettando, per par condicio, anche un coming out maschile che però tarda ad arrivare, siamo pur sempre il Paese delle commedie all’italiana che sfottevano i culattoni.
Certamente abbiamo ormai sdoganato gli atleti di colore come utili alla causa una volta che diventano regolari, oggi ce n’erano tre su tre nei 3000 siepi, specialità che è stata per un ventennio un nostro fiore all’occhiello (Scartezzini e Panetta fra gli altri), e uno nei 10000, dominato dai neri: se facessero delle selezioni direttamente a Lampedusa, credo che un 20% entrerebbe senza problemi nel nostro Paese per meriti sportivi.
San Marino vince la prima medaglia della sua storia, addirittura nella stessa specialità della nostra portabandiera Jessica Rossi, uno smacco senza precedenti; Jessica che ora per rifarsi è obbligata a cimentarsi nella disciplina mista in coppia con l’ex marito.
A proposito, in questa edizione sono partite in diverse specialità come new entry le discipline miste, dal nuoto all’atletica (e ora ancbe nel judo, con una sorta di maxi gara a squadre mista), staffette con due uomini e due donne. Oggi ho visto un 4×400 misti dove i nigeriani avevano invertito uomo e donna rispetto agli altri: l’uomo ha fatto gara da solo e ha lasciato in ultima frazione la donna, con 100/150 metri di vantaggio su tutti, ma se la sono pian piano divorata ed è arrivata ultima, è un interessante esperimento sportivo anche questo, anche se Stefano Tilli diceva che sembrava di essere a Giochi Senza Frontiere.
Due storie parallele da segnare: una judoka araba e una israeliana si abbracciano a fine gara, credo abbiano entrambe chiesto asilo politico in Giappone, il vincitore iraniano dell’oro nella pistola era fra coloro che gli americani avevano messo nella lista dei possibili terroristi.
Non so a chi piaccia il beach volley, a me non fa impazzire, anche se credo sia fra le discipline più faticose di tutte. Oggi Lupo/Nicolai hanno fatto il punto del set che nessuno dimenticherà più: Nicolai finisce a metà dell’altro campo per recuperare una palla che rimanda indietro alla disperata, Lupo colpisce, i due polacchi recuperano e stanno per schiacciare senza muro, ma Nicolai redivivo rientra in campo e mura l’avversario, vincendo il set. Siccome era presente al match Malagò, credo che questo punto valga nei salotti buoni almeno un paio di medaglie d’oro, è un po’ come il Sironi di Compagni di Scuola che “non sai quante serate m’ha svoltato, la gente guardandola si chiede: ma se c’ha le zinne viola di che colore c’avrà er culo?”
In queste serate, la tv è andata a caccia delle famiglie italiane, in omaggio allo Strapaese di breriana memoria. Fra le tante interviste, peraltro ascoltate solo in minima parte, ho notato che già in due circostanze i fratelli e le sorelle dei campioni olimpici fossero ragazzi “sfortunati”, forse ancor più sfortunati se pensi che hanno un fratello olimpionico e chissà che storia staremmo raccontando oggi se i fortunati fossero stati loro e non gli olimpionici plurifesteggiati.
Perchè nella vita, alla fine, oltre a tutte le qualità che uno può avere di suo e lottare per crearsele, serve anche un gran bucio di culo, non dimentichiamolo mai.

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