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Rugby: uno sport per l’integrazione

Domenica 22 maggio alle 9 si svolgerà sul Campo dell’Unione Rugby Capitolina “Rugby: uno sport per l’integrazione”, ovvero il XX Torneo di minirugby “Piero Gabrielli”,cui parteciperanno under 6 e under 8. Anche quest’anno in campo, insieme agli altri, una decina di bambini down pronti a per segnare la loro meta. Piero Gabrielli – campione della Rugby Roma e Nazionale, del pacchetto di mischia con Bubi Farinelli, Paolo Rosi, Umbertone Silvestri e Renzo Nostini – fu tra i principali sostenitori della importanza del rugby come gioco educativo, terapeutico e mezzo di integrazione, socializzazione e inclusione per tutti i bambini di diverse fisicità e in particolare per quelli con disagio sociale, fisico o psichico.

Il progetto educativo e terapeutico proposto dall’Unione Rugby Capitolina dal 2005 è una realtà oramai consolidata, un modello invidiato da molti altri club, grazie alla regia di Francesca Rebecchini, al sostegno del Presidente Giorgio Vaccaro, a quello di “mille bambini a via Margutta”(Associazione fondata da Piero Gabrielli), del Comitato Nazionale Italiano Fair Play e all’appoggio incondizionato dell’Associazione Persone Down. Il progetto prosegue in una perfetta sinergia di intenti e lavoro fuori e dentro il campo, con un tutor per ogni squadra e costituisce, per i genitori dei bambini down, una valida alternativa alla solitudine, all’emarginazione e all’esclusione. I successi finora ottenuti sono sotto gli occhi di tutti: i bambini down, vincendo la diffidenza di genitori e operatori, hanno conquistato, giocando a rugby insieme agli altri bambini, oltre ad una notevole fisicità, anche autostima e indipendenza, raggiungendo “mete” e risultati insperati agli stessi addetti ai lavori. Nessuno voleva formare campioni ma con il gioco del rugby – sport completo perché coinvolge il corpo e lo spirito e soprattutto gioco di squadra e di cooperazione, dove contra più il gruppo del leader – i bambini conquistano il loro spazio insieme agli altri, per l’ utilizzo del rugby come strumento di pedagogia sociale, soprattutto, per il supporto (il sostegno) dei loro compagni più fortunati, “ impegnati, inconsapevolmente, in un servizio civile”.

Partecipano al Torneo anche i ragazzi più grandi dell’Aoèd, che frequentano la scuola alberghiera e serviranno il terzo tempo. Al torneo si sono iscritti 10 club (quattro fuori Roma) con circa 300 giocatori in erba suddivisi in 22 squadre. Il torneo si svolge con un format consolidato, senza vinti né vincitori e all’insegna del fair play, con premiazioni costituite, per desiderio degli stessi partecipanti, da palloni ovali, simbolo del “ giocare insieme” messi a disposizione, come nelle precedenti edizioni dagli organizzatori, e gadget della federugby. Nella occasione sarà inoltre attribuito il Premio “Bubi Farinelli” al miglior giocatore di rugby romano juniores. Come di consueto anche in questa edizione lo scopo è dare una significativa impronta sociale al torneo (alcune precedenti edizione sono state dedicate alla prevenzione cardiologica ed alla informazione sulla donazione degli organi) per continuare la tradizione e le battaglie che Piero Gabrielli conduceva quale fondatore di “mille bambini a via Margutta”, associazione nata nel 1975 per informare sulla prevenzione degli handicap, per l’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali e per una cultura dell’integrazione.

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