Una giornata di riflessione mirata alla sensibilizzazione del mondo sportivo. A Milano, presso la Sala A del CONI Lombardia, le società del territorio hanno incontrato Pietro Figlioli, pallanuotista della BPM Sport Management e Capitano della Nazionale italiana,ed Emiliano Mondonico, allenatore di calcio, durante il meeting “Fratelli di Sport” per confrontarsi sui temi dell’inclusione e del fair play ed accrescere la consapevolezza del ruolo della pratica sportiva come strumento di integrazione in campo e fuori.

Gli incontri nelle società sportive e la Campagna di sensibilizzazione “Fratelli di Sport”, della quale fanno parte, rientrano tra le iniziative del progetto “Sport e integrazione”, giunto alla sua quarta edizione nell’ambito dell’Accordo di programma tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il CONI per la promozione delle politiche di integrazione attraverso lo sport.

All’incontro hanno partecipato Annarita Guidi, in rappresentanza della Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Diana Bianchedi, Project manager Assemblea CIO Milano 2019 ed Olimpionica di scherma, e Federico Bianchi di Castelbianco, membro del Comitato scientifico di progetto che ha incentivato il dialogo tra i presenti e gli ospiti conducendo una piccola tavola rotonda sul tema. A fare gli onori di casa è stato il Presidente del CONI Lombardia, Oreste Perri.

Pietro Figlioli: “Ho avuto la fortuna, nella vita e nella mia carriera di sportivo, di girare il mondo e di entrare in contatto con realtà e persone diverse tra loro. Questo mi ha arricchito e reso consapevole di quanto sia importante accrescere le proprie conoscenze per trasmetterle agli altri. Credo che un buon educatore debba essere un punto di riferimento solido per i propri ragazzi, anche nel comprendere quanto sia importante la convivenza tra persone appartenenti a culture differenti”.

Emiliano Mondonico: “È molto più difficile allenare i giovani piuttosto che una prima squadra. Un allenatore ha il compito di trovare una via per aiutare i ragazzi ad esprimersi e a stare insieme, trattando tutti allo stesso modo indipendentemente dalla provenienza”.

Diana Bianchedi: “Nel 2019 proprio qui a Milano saranno riuniti i membri CIO per l’assemblea internazionale e sarà un’importante occasione per presentare questo progetto, ponendo l’attenzione in particolare sul tema dell’integrazione e sulle azioni concrete da realizzare, le quali partono dal territorio e dalle sue società sportive. Per noi è un argomento di fondamentale importanza, lo dimostra la squadra composta da rifugiati che ha gareggiato alle recenti Olimpiadi di Rio de Janeiro”.

Oreste Perri: “Finalmente stiamo iniziando a riconoscere allo sport il ruolo che più gli compete, ovvero quello educativo. Un educatore non lascia indietro nessuno, non mette l’accento sulla provenienza di chi gli sta davanti ma si concentra sul fatto di avere di fronte a sé una persona”.

La Campagna “Fratelli di Sport”, rivolta ad operatori, dirigenti ed allenatori del territorio, promuove l’adozione di passi virtuosi sul campo da gioco attraverso la realizzazione di semplici attività, con l’ausilio di un toolkit mirato a fornire spunti di riflessione e proposte di attività concrete, utili ad affrontare nel quotidiano le sfide educative e di crescita dei ragazzi. Di particolare rilievo i contenuti della guida per gli istruttori delle società sportive, che è stata illustrata e distribuita per la prima volta proprio oggi a Milano a tutti i partecipanti.

L’avvio della Campagna dà inoltre la possibilità alle società sportive di partecipare a un contest raccontando le attività pratiche realizzate dentro e fuori il campo da gioco attraverso un video o un foto-racconto. La Call, che si chiuderà il 30 novembre 2017, premierà i migliori 10 lavori, selezionati a livello nazionale.

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