Renzi
Renzi

Mentre arriva la conferma d’un Pelè che non sarebbe stato l’ultimo tedoforo, Rio vive una cerimonia d’apertura degna dei Giochi, infastidita appena da qualche ringraziamento al mondo della politica, ovviamente fischiato dal pubblico presente sugli spalti dello stadio brasiliano, che ha fra l’altro boicottato il Capo dello Stato ad interim. Gli intrighi e gli intrallazzi d’una certa politica non potevano certo passare in silenzio. Per la cronaca l’ultimo tedoforo è stato l’ex maratoneta Vanderlei De Lima, bronzo ad Atene 2004, passato alla storia per l’aggressione subita nella gara poi vinta dall’azzurro Stefano Baldini. Un fanatico lo bloccò a poco dal traguardo, ma questa è un’altra storia. Colori e messaggi subliminali si sono alternati nel corso delle quattro ore di spettacolo prodotte e mandate in onda in Italia da una Rai che ha abusato degli spot pubblicitari, offuscando come ormai consuetudine quel dovere di informazione sovente bypassato da consigli per gli acquisti d’un dentifricio, d’una macchina, d’un assorbente. L’Italia ha sfilato con Federica Pellegrini portabandiera, ma l’italiano più inquadrato è stato Matteo Renzi, con moglie e figlio al fianco, ma pure questa è un’altra storia. Da annotare la fisicità di Gisele Bundchen. La sua camminata, sulle note della più celebre Garota di sempre, ha incantato lo stadio mentre Daniel Jobim ha cantato e suonato il piano. Applausi ed emozione per gli atleti che hanno sfilato sotto la bandiera olimpica del Cio, senza un vessillo nazionale da rappresentare: sono i rifugiati politici, dieci atleti in fuga dai loro Paesi, spesso dilaniati dalla guerra. L’Olimpiade è cominciata. (M.M.)

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