Federico La Penna
Federico La Penna

Gli arbitri di calcio viterbesi hanno incontrato l’omologo di serie B Federico La Penna della sezione di Roma 1. La riunione è iniziata con una lezione tenuta da Odoardo Marcellini, componente del settore tecnico nazionale dell’Aia e del programma Mentor & Talent dell’Uefa. Marcellini, con l’ausilio di fotografie e filmati, ha fornito interessanti spunti di riflessione ai giovani colleghi. “State attenti alla segnatura delle linee sul terreno di gioco – ha esordito Marcellini – controllate il comportamento delle persone ammesse in panchina, che spesso rimangono in piedi, non indossano la maglietta di gioco o hanno atteggiamenti non consoni. Quando comminate un’ammonizione fatelo con la giusta procedura e gestualità, perché il provvedimento disciplinare deve lasciare il segno. Attenzione particolare al rinvio del portiere che non deve uscire dall’area di rigore. Invece – ha sottolineato Marcellini – abbiamo notato che spesso i numeri uno calciano il pallone stando alcuni metri fuori dall’area. Questo consente ai portieri di far arrivare il pallone nell’area avversaria. Un modo di fare che deve essere prevenuto e sanzionato adeguatamente”.

Particolarmente apprezzato l’intervento di Federico La Penna, un arbitro di 34 anni con la faccia da ragazzo, che lunedì scorso arbitrando Perugia – Avellino ha raggiunto il traguardo delle cento partite in serie B e può vantare alcune direzioni nella massima serie. La Penna ha fatto vedere alcuni filmati di partite da lui dirette, senza nascondere gli errori commessi e spiegando come fare per evitarli. “In gioventù non ho giocato al calcio – ha esordito La Penna – da ragazzo praticavo il rugby e pesavo 104 chili. Ho iniziato ad arbitrare a 17 anni e oggi peso 70 chili. Se ti assegnano la direzione di una partita – ha detto La Penna ai giovani colleghi – vuol dire che i dirigenti arbitrali ritengono che tu possa arbitrarla. In campo date tutto, dirigete ogni gara come se fosse una finale. I risultati si raggiungono con l’impegno, la dedizione e l’allenamento. Arbitrare è una grande emozione – ha concluso tra gli applausi – dovete viverla fino in fondo.”
A fare gli onori di casa sono stati il viterbese Umberto Carbonari, componente del comitato nazionale dell’Aia e Luigi Gasbarri, presidente della sezione di Viterbo dell’associazione italiana arbitri, che hanno ringraziato La Penna e Marcellini per l’ottima esposizione degli argomenti e hanno consegnato degli oggetti ricordo della loro visita nella Città dei Papi. Presente alla riunione anche Domenico Trombetta, membro del Comitato Regionale Arbitri del Lazio.

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