Da una parte lo spirito guascone del rugby, dall’altra quello del canottaggio. Va da sé che la visita della Nazionale di rugby seven al Circolo Canottieri Roma, tenuta per offrire un’occasione di team building in vista dei prossimi impegni degli azzurri, a cominciare dalla tappa inaugurale del Grand Prix 7s in programma a Mosca il 19 e 20 maggio, si è conclusa tra grandi risate e nuovi spunti tecnici.

Va detto che, per “spunti tecnici”, non intendiamo esattamente quelli del canottaggio, dove anzi la squadra guidata dal ct Andy Vilk ha dimostrato di avere ancora molto su cui lavorare. Il direttore tecnico del settore canottaggio giallorosso, Bruno Mascarenhas, oggi ascoltatissimo istruttore, la vede così: “Ho timonato una barca zeppa di atleti poderosi che sprigionavano grande potenza, watt su watt. Se avessero messo anche la pala in acqua sarebbero volati via. Scherzi a parte, sono felice di aver incontrato questi bravi ragazzi, umili e desiderosi di imparare e cimentarsi in questa disciplina. Mi hanno detto che hanno trovato l’uscita in barca piuttosto faticosa, ma l’importante era divertirsi e fare squadra e così è stato”.

Faticosa anche per il giovane ct londinese Vilk: “Pur essendo nato in Inghilterra non avevo mai praticato il canottaggio ed era da tanto che volevo provare. E’ stata una bella sudata, ma molto divertente. Più del rugby? Diciamo diversa, dai. Comunque sia, oggi prendiamo molto dal canottaggio, a cominciare dal suo principio fondamentale, quello per cui bisogna lavorare insieme perché, se così non è, la barca resta lì. Non si muove”.

Ad accogliere gli azzurri al Circolo sono stati il segretario generale Marcello Scotto e un nutrito gruppo di soci canottieri nella categoria master, tra i quali il vicepresidente del comitato regionale della Federazione Italiana Canottaggio Massimo Iaccarini, Luigi Rimassa, Mario Guido e Gennaro Fredella. Proprio quest’ultimo ha accolto la proposta dell’ex capitano dell'”Italseven” e oggi assistente allenatore di Vilk (nonché canottiere in erba) Diego Varani di portare al Canottieri Roma la Nazionale di quella disciplina grazie alla quale la palla ovale fa (giustamente) capolino alle Olimpiadi. Proposta accolta positivamente anche dal team manager Orazio “Bimbo” Arancio, che a fine giornata ha donato al Circolo la maglia firmata dalla squadra e la tradizionale cravatta federale. Per i ragazzi della Nazionale l’immancabile “in bocca al lupo” e la divisa giallorossa del Canottieri Roma come portafortuna.

Bravi capovoga – e non poteva essere altrimenti – sono stati lo stesso Vilk e il capitano Matteo Falsaperla. Al carrello numero 8 si è fatta valere invece la fisioterapista Silvia Privitera, prima di lasciare il posto a Bimbo a proprio agio in barca nonostante la performance in jeans e camicia.

A conclusione della mattinata, il pranzo al galleggiante. Com’è andato? Risposta scontata: provate a mixare il terzo tempo rugbystico e la rimpatriata tra canottieri…

 

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