Guelfi Firenze 1212
Guelfi Firenze 1212

La difesa dei Guelfi Firenze ha chiuso la stagione regolare con dei grandi risultati sotto il punto di vista delle statistiche. I gigliati si sono imposti nella graduatoria di “total defense” e “pass defense”, andando sul podio anche per quanto riguarda i campi di: “scoring defense”, “interceptions” e “sacks by”. Uno degli autori di questo successo collettivo è senz’altro Gabriele Zini, linea difensiva finita al primo posto (condiviso con Insom dei Grizzlies) nella classifica dei sacks e che si è aggiudicata in solitaria quella dei tackles for loss. Per saggiare il morale della squadra in vista del Quarto di Finale Scudetto, che vedrà i gigliati affrontare in trasferta questa domenica (kick-off alle 15.30) i temibili Parma Panthers e per cercare di carpire qualche segreto degli uomini coordinati da Leonardo “Zio” Gabriele, non potevamo che sentire il numero 41 dei toscani, autore sino a questo momento di un campionato di esordio nel massimo campionato italiano di football americano che è andato oltre ogni più rosea aspettativa.

Lei è l’uomo più dinamico della linea difensiva, quanto le piace mettere pressione ai quarterbacks e andare alla ricerca del sack?
“Il mio stile di gioco si basa molto sull’istinto e fare dei sacks è una delle sensazioni più belle di questo sport. Però questa voglia di andare a mettere le mani sul quarterback degli avversari non deve sviarmi troppo da quello che è il mio vero ruolo, io devo dare il massimo ed essere sempre al servizio della squadra, senza preoccuparmi eccessivamente di andare a conquistarmi gloria personale. Io sono solo uno dei giocatori, una singola unità che compone un collettivo e questo non deve essere mai scordato. La voglia di fare un sack rischia di rendere il mio gioco un po’ troppo individualista e fine a se stesso, quindi non devo farmi sviare da questi istinti”.

La regular season è ormai in archivio e nelle statistiche lei risulta primo sia per sacks che per tackle for loss. Avrebbe mai sognato di raggiungere questo traguardo al suo anno di esordio in Prima Divisione di football americano?
“In realtà no. All’inizio non ci badavo nemmeno troppo alle statistiche ma poi ho finito per farmi prendere un po’ la mano e quindi ci sono stato un po’ più attento. Comunque, riallacciandomi alla domanda, no, non avrei mai nemmeno sognato di poter primeggiare nelle graduatorie di settore”.

Difesa che si è confermata partita dopo partita uno dei punti di forza della squadra. Secondo lei come mai?
“Diciamo che i ragazzi arrivati durante la campagna acquisti ci hanno migliorato in maniera significativa e non parlo del solo Kyle Griffin, il nostro americano è un grandissimo atleta ma anche Arturo Morara e Simone Anzà hanno interpretato un ruolo di fondamentale importanza al fine di ottenere i risultati che abbiamo raggiunto sul campo. Questi ragazzi hanno elevato il livello del pacchetto di defensive backs con le proprie qualità e tramite tutti gli insegnamenti che sono riusciti a trasmettere a chi giocava in quei ruoli per i Guelfi Firenze. Ovviamente vanno menzionati anche alcuni giocatori che spesso fanno il doppio ruolo, come la linea di attacco Marco Conti ed infine un grandissimo Andrea Benoni”.

Giocatore sì ma anche attore teatrale. Come concilia queste due parti di lei?
“E’ molto difficile far combaciare queste due cose. Fortunatamente in questa stagione tutte le mie performance recitative si sono svolte durante i periodi di bye week. Negli scorsi anni invece è stato più difficile a causa di un calendario di eventi che mi ha forzato a dover fare alcune scelte dolorose, sacrificando talune volte la mia carriera da attore ed altre quella da giocatore di football americano”.

Se avesse la possibilità di tornare indietro al suo primo allenamento cosa farebbe di diverso?
“Bella domanda, sinceramente non mi ricordo più molto del mio primo allenamento con la squadra. In quella occasione però venni schierato in attacco come running back e se potessi tornare indietro chiederei da subito di poter giocare in difesa visto che rimasi particolarmente colpito dalla figura di Christian “Death” Petrucci che, a quei tempi, era l’allenatore della difesa delle giovanili”.

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