Ha trascorso nel Frascati Scherma un grande pezzo di vita, prima come giovane (e valido) atleta e poi come fisioterapista da ormai quasi quindici anni. Per Davide Ricca quello tuscolano non può essere un club qualunque: “Il Frascati Scherma è speciale, chi ci entra se ne innamora e gli rimane legato anche se interrompe l’attività agonistica. Al di là della programmazione e dell’alta professionalità, qui ci sono persone mosse principalmente dalla passione e dall’amore verso lo sport in generale e questa disciplina in particolare. E poi qui si esce fuori per quello che si è, al di là dei risultati sportivi”. Nel 1985 è entrato per la prima volta in palestra e ha mosso i primi passi schermistici: “Il mio è stato un colpo di fulmine, un amore a prima vista – racconta Ricca – Il sabato precedente avevo visto una gara Master e il lunedì successivo ho chiesto ai miei genitori di portarmi in palestra. Da lì è cominciata la mia avventura da fiorettista che, qualche anno dopo, mi ha portato anche a fare pure un mondiale Cadetti: in quell’occasione tra l’altro il fisioterapista della nazionale Claudio Amici (che ora non c’è più, ndr) mi aiutò tantissimo fasciandomi la caviglia e rimettendomi in piedi quando ero praticamente sul punto del ritiro”.

Tra i personaggi che ha conosciuto in palestra, Ricca si sofferma non senza qualche momento di commozione sul ricordo di Stefano Simoncelli: “Porterò sempre nel cuore il suo sorriso. Vedevo tutte le sue lezioni, anche quelle che non mi vedevano protagonista, e avevo una totale sintonia con lui nel modo di vivere e concepire la scherma”.

Smessi i panni di atleta, qualche anno dopo Ricca è rientrato nel Frascati Scherma sotto le vesti di fisioterapista: “Volevo cercare di fare qualcosa nei confronti di un ambiente che mi era stato molto vicino da ragazzo ed è nata questa collaborazione. Attualmente ho uno studio a Morena, ma nella maggior parte dei casi seguo gli atleti del club tuscolano direttamente in palestra. Quali sono i problemi maggiori che coinvolgono gli schermitori? Sicuramente quelli muscolari al flessore della gamba davanti, al tratto lombare associato alla catena posteriore e alla spalla. In ogni caso tutti coloro, giovani e grandi, che hanno bisogno del mio intervento, scalpitano per rientrare in pedana come se all’indomani debbano disputare il mondiale”.

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