E’ ormai una delle “colonne portanti” del Frascati Scherma da anni. Il caposettore del fioretto Fabio Galli sta vivendo con la consueta serenità anche questo periodo di stop dovuto all’emergenza Coronavirus. “Non abbiamo ancora ripreso l’attività nemmeno con gli atleti “di interesse nazionale” perché vanno chiariti alcuni aspetti relativi alla nostra disciplina” spiega il maestro che da tempo fa parte dello staff tecnico della Nazionale.

“D’altronde non c’è nemmeno la necessità di affrettare i tempi: col rinvio delle Olimpiadi, credo che le prossime gare internazionali si disputeranno tra cinque o sei mesi nella speranza che l’emergenza sanitaria mondiale sia rientrata. Quindi è come se gli atleti affrontassero un’estate… un po’ più lunga: stanno portando avanti la parte atletica, ora anche con la possibilità di uscire in strada per un po’ di corsa, e questo è già abbastanza per il momento”.

Secondo Galli (ritratto nella foto Bizzi) il problema dello stop potrebbe essere maggiormente pesante per i più piccoli: “Loro rischiano di perdere qualche nozione tecnica che stavano acquisendo e soprattutto un po’ di motivazione. Per cercare di tenerli aggiornati il più possibile abbiamo “allargato” le lezioni on line anche ai più giovani e i ragazzi stanno rispondendo con lo spirito giusto, allenandosi a casa con meritevole impegno”. La stagione 2019-20 è andata in archivio con il “taglio” della decisiva parte finale: “I Cadetti e i Giovani avevano iniziato bene negli appuntamenti nazionali e internazionali che erano stati messi in calendario, mentre i Gpg bisognava “testarli” in quelli clou della stagione. Ma è difficile fare bilanci visto che sono stati cancellati gli eventi “clou” dell’annata”. Galli parla in chiusura anche del rinvio di un anno delle Olimpiadi di Tokyo, in relazione ai cinque atleti internazionali che segue personalmente: “Non cambia molto per i ragazzi che sono nel giro della Nazionale. Anzi, per chi ha già il pass in tasca e mi riferisco a Daniele Garozzo per l’Italia, a Saskia Loretta Garcia Van Erven per la Colombia e a Guilherme Toldo per il Brasile, c’è la possibilità di fare un lavoro più a lungo termine senza l’assillo di dover centrare la qualifica. Allo spagnolo Carlos Llavador mancava solo la conferma dall’ultima gara, mentre anche Francesca Palumbo poteva giocarsi le sue carte per entrare nel Dream Team: la Batini era leggermente avanti prima dell’interruzione, ma la partita è aperta”.

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