Felice Pulici
Felice Pulici

Se n’è andato dopo una lunga malattia che aveva affrontato sempre a viso aperto, perchè questo era il suo carattere. Se n’è andato di domenica, lui che quando difendeva la porta della Lazio, in cinque anni, dal 1972 al 1977, non ne aveva saltata una. Per tutti Felice Pulici è stato “il portiere del primo scudetto” biancoceleste. Per noi, che l’abbiamo avuto vicino nei suoi quattro anni da vicepresidente vicario del CONI Lazio, dal 2013 al 2017, è stato molto di più. Una persona amabile, di una correttezza estrema, mai sopra le righe. La notizia della sua morte, per quanto non si possa definire un fulmine a ciel sereno, ci lascia sgomenti e pieni di tristezza. Ad un certo punto della sua vita aveva lasciato il calcio per abbracciare tutti gli altri sport, perchè Felice amava davvero ogni disciplina sportiva. La sua innata curiosità lo portava a esplorarne ogni caratteristica. Come quando gli fu chiesto di occuparsi, da dirigente, della Federazione Sordi. E lui, come sempre, prese l’impegno con grandissima serietà fino al punto di voler imparare la lingua dei segni. Naturalmente il calcio è sempre rimasto la sua prima e più grande passione, insieme alla sua amata Lazio. Era una vera miniera di aneddoti su quegli anni, che condivideva volentieri anche con gli studenti in occasione dei suoi interventi nel progetto “I giovani incontrano i campioni”. Incontri nel corso dei quali non dimenticava mai di ricordare le sue origini umili, dalle quali ripeteva di aver imparato le lezioni più importanti. Ci mancherà, Felice, perchè quando se ne va una persona perbene, lascia sempre un vuoto difficile da colmare. Il CONI Lazio con il suo presidente Riccardo Viola, la Giunta, il personale del Comitato si stringono alla famiglia in questo momento di grande dolore. (fonte Coni Lazio)

Articolo precedenteCalcio, Albalonga, serie D, Magliocchetti: “Due gol in quattro giorni? Sono felice”
Prossimo articoloBasket, San Nilo Grottaferrata, serie C Gold, Bistarelli: “Bella vittoria nel derby, ma restiamo tranquilli”