Cristian Ledesma
Nove anni e 318 presenze con la Lazio

Gli studi di Radiosei hanno ospitato Cristian Daniel Ledesma, durante la trasmissione ‘Nove Gennaio Millenovecento’. Tra passato, presente e futuro, l’ex centrocampista della Lazio si è raccontato e ha detto la propria anche sul momento della squadra di Pioli. «Sono a casa e approfitto del tempo libero per fare il padre a 360 gradi. Nel frattempo mi alleno cercando un’opportunità che al momento non può arrivare in Italia ma all’estero vediamo. Inizio ad avere una serenità che fino ad un mese fa non avevo. Ora grazie alla famiglia e alla fede sono sereno ed aspetto la squadra giusta. In Brasile è stata un’esperienza e basta, né bella né brutta. Era destino che dovessi tornare a casa dalla mia famiglia. La distanza la conoscevo, ma il problema è che non mi sono trovato bene e così ho deciso di rescindere il contratto e rimettermi in gioco».

Nove anni e 318 presenze con la maglia che l’ha fatto grande ed ancora ama: «Ho tanti ricordi della Lazio: le Coppa Italia ed i gol nel derby, ma voglio pensare all’ultima partita a Napoli in cui ho chiuso il cerchio della mia esperienza con questi colori tornando in Champions. Non vivevo solo io la Lazio, la vivevamo come famiglia. Ancora oggi mio figlio mi chiede se è possibile tornare. Già negli ultimi mesi della scorsa stagione avevo capito di non avere un ruolo ben chiaro. Non volevo solo essere un uomo spogliatoio, volevo sapere quale fosse la mia posizione nelle gerarchie del tecnico. Quello che mi fa piacere è che alla fine ho raggiunto il mio obiettivo e cioè diventare un calciatore importante per questa maglia». Un pensiero anche ai tecnici che lo hanno allenato a Roma: «Ballardini si commenta da solo: prima dice una cosa e poi un’altra. Io la mia rivincita me la sono presa sul campo. Delio Rossi mi ha portato a Roma ed è stato un punto di riferimento, perché mi ha aiutato ad ambientarmi. Reja ha rappresentato la svolta dopo i problemi con Ballardini, anche se aveva un po’ di paura a rimettermi in campo dopo tanto tempo. Petkovic ha fatto bene. Eravamo felici di allenarci con lui che ci permetteva di allenarci non sempre allo stesso modo. Poi ci sono stati un po’ di problemi nell’inserimento dei nuovi arrivati che sono stati inseriti in fretta. Con Pioli avevamo parlato, ma erano discorsi molto generali. Non mi ha deluso. Tecnico e società hanno il diritto di puntare sui calciatori che vogliono. La cosa importante sarebbe stata quella di parlare chiaramente». Eccoci ai problemi di questa stagione: «Non credo che il problema sia lui. Non so se ci sono problemi ora nello spogliatoio, come non so se il suo modo di rapportarsi al gruppo può aver creato dei malcontenti. Il calciatore esperto capisce se mi parli solo quando hai bisogno di me. La realtà è che se vuoi fare le Coppe devi far crescere l’organico e vanno bene i giovani, ma serve anche gente pronta. Anche quest’anno Milinkovic ha fatto fatica all’inizio, ma era quello il momento in cui la Lazio doveva dimostrarsi competitiva».

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