I ricordi, la poesia, i momenti da rivivere e condividere. La Roma che è stata, la città odierna e quella che, tra mille speranze ma anche ritrovando spirito positivo, sarà. Tutto racchiuso in “Una boccata di Romanità”, manifestazione organizzata dall’associazione culturale “Romeo Collalti” e ospitata ieri pomeriggio nei locali del Circolo Canottieri Roma di Lungotevere Flaminio 39. Tanti ospiti per una celebrazione della Capitale, attraverso la cultura, lo spettacolo ma soprattutto le sensazioni. Le suggestioni della Città Eterna.

Il primo evento offerto dal neoeletto Consiglio direttivo del Circolo, sodalizio che della Capitale è figlio e custode della sua storia. A ribadirlo, facendo gli onori di casa, è stato proprio il nuovo presidente Massimo Veneziano, colui che nel 2019 traghetterà la compagine societaria verso l’atteso appuntamento del Centenario della fondazione. Presenti tra il pubblico che ha gremito il salone anche il vicepresidente Stefano Brusadelli e il Consigliere alle Manifestazioni Edmondo Mingione.

Dopo il saluto iniziale, la presentazione del presidente dell’associazione “Romeo Collalti” Massimo Collalti. Quasi un accorato appello il suo “per salvaguardare il nome e la lunga tradizione di una città unica al mondo”, ricordi ed esperienze di vita da tramandare alle generazioni future. A chi dovrà cioè percorrere il solco lasciato.

Tra quei ricordi, la “dichiarazione d’amore” di Antonio Buccioni, presidente della Polisportiva Lazio, che ha reso omaggio alla città e al Tevere, il fiume dei romani. “Lì dove tutto è nato”, culla di una civiltà che ne attraversa le epoche storiche e la affascina. Il Tevere che oggi, tra l’altro, offre la possibilità a tanti sportivi di praticare una disciplina di sacrificio e onore come il canottaggio.

“Mi son venezian! – ha esordito Roberto Cicutto, produttore cinematografico presidente e amministratore delegato dell’Istituto Luce – ma ora romano per residenza e soprattutto per amore”. Una storia affascinante, quella da lui proposta, parlando della settima arte che per la Città Eterna è stata fulcro e che da Roma ha tratto ispirazione, riproponendo anche oggi sul piccolo e grande schermo scorci, ma anche tic e modi di vivere.

A rappresentare il mondo imprenditoriale, Emilio De Lellis. Sotto il braccio un voluminoso quaderno, i sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli. Il poeta ne compose 2279, rigorosamente in vernacolo, alcuni proposti da De Lellis. Perle scritte nella lingua del volgo per offrire uno spaccato della società e parodiare i potenti, parlare di vita. Ridere delle piccole e grandi contraddizioni e meditare sul proprio destino.

Giocava in casa Bruno Piattelli, storico socio del Circolo e un curriculum infinito che parla di moda e stile. Un ambito che, ha ribadito, negli anni ’50 andava di pari passo con il cinema “e vedeva proprio in Roma un volano per la sua crescita e il suo sviluppo”. Fino a diventare icona del made in Italy nel mondo.

Sintesi della serata affidata al giornalista ed ex parlamentare Marco Ravaglioli, al quale è spettato appunto il compito di ripercorrere la cultura della Roma di ieri e provare a tracciare il destino di quella che verrà. Un futuro verso cui proiettarsi con quello spirito che ha fatto grande Roma.

Per concludere, cocktail curato dallo chef del Circolo Egidio Longo. Delizie culinarie e lo spettacolo del tramonto sul Tevere. Il punto esclamativo, la celebrazione ulteriore della Grande Bellezza

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