Christian Panucci
Christian Panucci

Christian Panucci, ex difensore giallorosso, è intervenuto ai microfoni di Rete Sport per parlare del momento della Roma e di come si preparerà in vista della stracittadina di domenica 4 dicembre.
Hai mai pensato di vedere un derby con meno di 7 mila tifosi giallorossi? «Guarda io la vedo sempre in televisione. Dalla televisione è peggio ancora, senti il calcio del pallone. C’è silenzio e si sente la differenza. Manca la curva con i tifosi che stanno lì la domenica a urlare e fanno la differenza. Mi ricordo che anche quando non mi sentivo bene arrivavo allo stadio e vedevo i tifosi e mi sentivo meglio. Così sembra di giocare a porte chiuse. In questo momento è surreale pensare a un derby di alta classifica e sapere che hai lo stadio vuoto. Ti cascano le braccia». Salah ha abbandonato l’allenamento di ieri per un problema alla caviglia e El Shaarawy non è al meglio: problema di formazione? «Salah è fondamentale per la Roma perché può fare la differenza. El Shaarawy ha ottime doti, ma il secondo anno non fa mai benissimo. Se dovesse non esserci Salah sarà una grossa perdita, perché in contropiede è micidiale. Perotti non ha il suo passo». Chi metteresti come alternativa? «Non ha alternative anche perché Florenzi non c’è. Puoi giocare con le due punte, o mettere Totti». Difesa a tre? «Può farlo come a Vienna. Quindi secondo me cercherà di recupera Salah fino all’ultimo. Il derby non è una questione di tattica, ma una questione di come mettere i giocatori in campo e di stimoli. Si va oltre la tattica al derby». Spalletti è in grado di capire che questa Lazio può far male e che bisogna essere meno spavaldi? «La prima Roma di Spalletti era una squadra che rientrava e ripartiva. Questa squadra invece mi dà la sensazione che ci sono 4 giocatori che quando riparte la palla non rientrano. Con la Lazio ci vuole equilibrio. Non si può perdere l’equilibrio come è successo con il Pescara». Adesso la Roma prende troppi gol e lascia campo agli avversari: la squadra del primo Spalletti era più forte? «Taddei si assomiglia a Perotti e la gamba di Mancini ce l’ha Salah. I quattro davanti secondo me rientrano poco. Ci sono anche giocatori di carattere è una questione di equilibrio, quando fai questo modulo, il 4-2-3-1, i quattro davanti soffrono. La prima difesa di Spalletti con Tonetto e Mexes, era più forte di questa di adesso, c’era più qualità. Questo sopperiva a qualche contropiede. Era una squadra che giocava come voleva Spalletti. Questa ha poco equilibrio di distanza tra i reparti: quando lo fa diventa una squadra forte». Dzeko? «L’anno scorso creava occasioni e le sbagliava, quest’anno no forse perché gioca in modo diverso, più fuori aria. Tocca palla e fa gol. Il valore di Dzeko non si è mai discusso. Quest’anno viene più incontro, ma anche l’anno scorso si creava le occasioni. Ora concretizza meglio. Sta facendo quello che faceva Totti nel primo Spalletti. A Roma diciamo: si toglie dalla marcatura e manda in porta. Però ha fatto anche gol da centravanti vero. È un giocatore più completo perché ha più libertà». Roma favorita nel derby? «Sì, da romanista dovrei dire di si, ma il derby è sempre un terno a lotto».

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