Serata-omaggio per Luigi Magni
Serata-omaggio per Luigi Magni

Nel 1969, all’uscita dello straordinario “Nell’anno del Signore”, Luigi Magni pose una pietra miliare. Si fece “aiutare” dalla sua Roma, la città in cui era nato e che lo aveva reso artista vero, pungente, geniale. Quella Roma alla quale assegnò un nuovo ruolo, in risposta magari a quel romanesco che ai tempi, in tv e a teatro, era diventato quasi macchietta. La Città Eterna, certo, ma soprattutto il tocco sensibile e unico del regista, la magistrale prova attoriale di Nino Manfredi, alter ego di Magni, oltre ad Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Enrico Maria Salerno e una stupenda Claudia Cardinale: tutto in quel capolavoro dal titolo “Nell’anno del Signore”. Che il Circolo Canottieri Roma, ieri sera, ha salutato con un applauso fragoroso e convinto nel corso della serata organizzata per rendere omaggio all’arte di Luigi Magni.

Un altro evento proposto dal socio Lello Mingione, coadiuvato dai tanti cinefili del Circolo che hanno oramai trasformato in lieta consuetudine gli appuntamenti con la settima arte in Lungotevere Flaminio 39. E anche ieri sera ospiti di prestigio, tra i quali Pippo Baudo; Carla Fendi; Maria Paola Sapienza, vedova di Armando Trovajoli che fu autore delle musiche del film; e Masolino D’Amico che ha introdotto la proiezione dopo il saluto del Presidente del Circolo, Andrea Tinarelli.

Al termine del film, gli ospiti hanno raggiunto la sala ristorante per una cena toscana pensata dallo chef Egidio Longo. Tra gli antipasti, carpaccio di chianina all’arancia e panzanella; fettuccine alla papalina tra i primi; tagliata pepata tra i secondi; infine il dessert con cantuccini e crostate.

Perché la Toscana? “Abbiamo intenzione di proseguire il percorso intrapreso con la serata Ettore Scola – la risposta di Mingione – ossia unire l’omaggio ai grandi maestri del cinema italiano con la cucina del Belpaese. Abbiamo iniziato il cammino con la cucina tipica romana, siamo andati avanti con la Toscana, presto toccherà all’Emilia e alla Liguria”.

Non solo: “Celebriamo il cinema italiano, orgoglio e vanto del nostro Paese quanto la sua cucina, ma soprattutto vogliamo che questo tipo di eventi diventi uno strumento. Vogliamo infatti offrire ai soci più giovani, che non hanno avuto l’opportunità di vedere questi film al cinema, di gustarseli in sala. La sacralità della settima arte viene quasi svilita da tv e computer. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di valorizzarla”.

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