News.Superscommesse ha intervistato Diletta Cipollone, pugile professionista e poliziotta penitenziaria. La più volte campionessa italiana della categoria 54 Kg racconta le novità sul suo percorso pugilistico. Una guerriera che non si arrende, che nonostante le difficoltà è pronta a tornare sul ring, e che fa dell’attacco il principio guida della sua vita sportiva e non.

Diletta, si può debuttare da Professionista anche a 32 anni se c’è talento, coraggio e passione infinita per la boxe. Tu ne sei l’esempio.
“Sì decisamente. Proprio qualche settimana fa ero in allenamento a Vienna e ho avuto una nuova frattura alla mano destra. Nonostante il nuovo infortunio, non mi fermerò. Da quando ho rotto la mano ai campionati del Mondo ho avuto sei anni di stop completi perché, oltre alle fratture alle mani, un blocco miofasciale mi ha impedito la funzionalità motoria normale. Sono comunque riuscita a rimettermi in sesto. Nessuno credeva che sarei mai tornata sul ring. Dopo sei anni sono riuscita a risalirci, facendo il passaggio al professionismo grazie alla mia palestra – Ring Side – nella città di Rimini. Con i miei maestri Gian Maria Morelli e Daniel Scarpellini ho ripreso a fare attività“.

Sei stata una stella della Nazionale Italiana, tenuta in osservazione dal Pugilato italiano per la tua qualità in combattimento. Quale pensi sia stato il tuo punto forte sul ring?
“Ho una qualità caratteriale che mi porto nella vita o forse è il mio modo di difendermi: l’attacco. Non ci sto a perdere, provo sempre a farmi valere. Su 80 match ho raccolto 17 sconfitte, 4 pari e per il resto tutte vittorie. Ho vinto entrambi i match da professionista, il secondo alla quinta ripresa per ko. Quando guardo le altre, le vedo sempre tutte più forti di me tecnicamente. Non mi sento fortissima a livello tecnico, quello lo lascio in qualche modo decidere agli altri, a chi se ne intende più di me. Io mi sento forte caratterialmente: la mia qualità più forte è l’umiltà e la voglia di farcela. Non sottovaluto mai chi ho di fronte. Quando incrocio i guantoni con la mia avversaria guardandola negli occhi, mi sento forte e non ho paura. Il ring per me è liberazione“.

Avrai avuto modo di seguire la prestazione di Irma Testa che in finale sconfigge la kazaka Ibragimova, laureandosi campionessa del mondo.
“Certamente sì. Quando ero in squadra Irma Testa era molto giovane. Ho seguito bene il suo percorso di crescita sia tecnico sia di vita. Penso che meriti tutto ciò che ha raggiunto”.

Quali sono gli obiettivi per il tuo futuro da pugile?
“Avrei dovuto combattere a breve il terzo match, ma purtroppo ho nuovamente fratturato la mano, quindi se ne parlerà questa estate. Fortunatamente non è una frattura da intervento, per cui penso che tra un paio di mesi riuscirò a colpire. Il prossimo obiettivo è risalire sul ring, il resto si vedrà”.

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