Si ferma a poche decine di centimetri dalla finale, la corsa di Davide Re. L’azzurro si esprime in un eccellente 44.85 (soli otto centesimi in più rispetto al primato nazionale da lui stesso ottenuto il 30 giugno di quest’anno, secondo crono di sempre di un italiano al di sotto dei 45 secondi), ma finisce con l’essere beffato, fuori dalla finale, nono, per soli otto centesimi di secondo. Vengono eliminate, nelle semifinali dei 400hs, anche Ayomide Folorunso (55.36) e Yadisleidy Pedroso (55.40, personale stagionale), così come Hassane Fofana nelle semifinali dei 110hs (13.52, v. +0.9). Fuori in qualificazione, nel lancio del disco, Daisy Osakue, con un miglior lancio misurato a 57,55.

Giù il cappello per Davide Re. La finale mondiale, l’accesso tra i primi otto specialisti del giro di pista, scivola via dalle mani quando sembra ormai ottenuta. Ma non cambia il giudizio, ampiamente positivo, sul percorso iridato del “leader silenzioso”. La beffa arriva all’ultima delle tre semifinali in programma, quando il giamaicano Bloomfield, terzo in 44.77, spinge il tricolore fuori dall’ultimo turno. La cronaca della gara racconta di un Re deciso fin dal via. L’azzurro parte bene, coprendo la curva con una buona fase di avvio, immediatamente in caccia di Abbas (Bahrain), che gli sta davanti; sul rettilineo vanno via sia lo statunitense Kerley che il keniano Korir, ma Davide ha chiaro il suo piano di battaglia. Nella seconda curva, tutti danno fuoco alle polveri, e la maglia azzurra di Re, quando si entra nel rettilineo conclusivo, sembra in difficoltà, dalle parti del quinto posto. E’ qui, come prevedibile, che comincia la rimonta italiana. Prima il belga Sacoor, poi il sudafricano Phora, devono arrendersi a Re, che termina alle spalle dei due battistrada in 44.85, a soli otto centesimi dal record italiano che gli appartiene.

Su Dina Asher-Smith, alla vigilia, pesava solo un dubbio: relativo al tempo che le avrebbe consentito di vincere il titolo mondiale dei 200 metri. Per il resto, tutto come da pronostico: oro per lei, con un 21.88 (+0.9) che vale anche il record nazionale. Altra gara dall’esito abbastanza scontato era quella del martello maschile: Pawel Fajdek, tre volte oro mondiale della specialità, coglie il poker sulla pedana del Khalifa, con un miglior lancio misurato a 80,50. In chiusura di serata, un 110hs con esito thrilling: vince lo statunitense Grant Holloway (13.10, v. +0.6), il poliedrico campione NCAA, che seppure in testa fin dalla prima barriera, trae vantaggio dalla carambola innescata dal giamaicano Omar McLeod, in piena rimonta ma finito a terra dopo lo sbilanciamento successivo al contatto con una barriera.

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