Super progresso di Giovanna Epis alla maratona di Valencia. L’azzurra firma una grande prestazione correndo in 2h25:20 (crono ufficioso) nella città spagnola, per demolire il record personale di quasi tre minuti rispetto al 2h28:03 realizzato un anno fa a Reggio Emilia quando vinse il titolo nazionale. È il salto di qualità per la 33enne dei Carabinieri, che diventa la quinta italiana di sempre sui 42,195 chilometri e sale al quarto posto nelle liste europee del 2021. Cresciuta nelle ultime stagioni sotto la guida tecnica di Giorgio Rondelli, è protagonista di una seconda parte più veloce della prima, dopo un passaggio di 1h13:04 a metà gara. Al traguardo finisce decima nella prova dominata dalla keniana Nancy Jelagat in 2h19:31 davanti alle etiopi Etagegne Woldu (2h20:16) e Beyenu Degefa (2h23:04). Nel mese scorso la veneziana che vive a Legnano, nell’hinterland milanese, era riuscita a riscrivere il suo primato anche nella mezza maratona, conquistando il tricolore a Roma in 1h11:01. E mette a segno l’ennesimo passo avanti, all’undicesima maratona della carriera: si è sempre migliorata in tutte le gare sulla distanza, tranne che nelle due disputate in maglia azzurra tra cui quella delle Olimpiadi di Tokyo, chiusa al 32esimo posto in 2h35:09 a Sapporo. A Valencia corre affiancata dal valdostano René Cunéaz (Cus Pro Patria Milano), ex campione italiano, e nel finale incrementa l’andatura per risalire posizioni, entrando nella top ten della gara. In chiave europea, notevole il quinto posto della 37enne irlandese Fionnuala McCormack, scesa a 2h23:58.

“Devo ancora realizzare!”, esclama raggiante Giovanna Epis. “Pensavo di piangere per la gioia all’arrivo, ma non mi sono neanche uscite le lacrime da quanto ero emozionata. Non mi aspettavo di correre in 2h25 e sarei stata contenta per un tempo di 2h26. Ma sono felice anche per aver chiuso forte. Questa gara mi dà la conferma che sono una maratoneta, oltre alla consapevolezza che sto lavorando bene. È stata una gara condotta su un ritmo non regolare, visto che nei primi dieci chilometri ho provato a seguire il secondo gruppo, quello delle atlete europee. Poi mi sono detta di rallentare insieme a René Cunéaz che mi ha accompagnato per tutta la gara e devo ringraziarlo perché è stato fondamentale averlo vicino. Dopo il parziale alla mezza intorno a 1h13, di poco più rapido in confronto al crono di 1h13:20 che avevo in mente, si è cominciato a sentire il vento con raffiche laterali. Nel percorso c’erano alcuni tratti in leggera salita e perciò mi sono serviti i lavori variati che ho svolto in allenamento. Per una trentina di chilometri ho viaggiato insieme alla croata Bojana Bjeljac (12esima in 2h26:08), con cui ho condiviso anche periodi di raduno in passato. Dal 35° km con meno vento non ho guardato troppo il cronometro, ma ho fatto un parziale di cinque chilometri sotto i 17 minuti fino al quarantesimo e ho iniziato a riprendere diverse atlete”.

“Volevo tanto oggi da me stessa, perché dopo le Olimpiadi non ero soddisfatta. Sapevo di essermi preparata bene, non avrei accettato un crono di 2h27 ed è arrivato di meglio. Vuol dire che il gruppo di lavoro funziona, a Milano intorno all’ippodromo di San Siro riusciamo a creare le condizioni per correre forte, e c’è anche l’ex azzurro Danilo Goffi che mi ha dato una mano negli allenamenti. Per il prossimo anno l’obiettivo è di correre ancora più forte. Ormai non è più così lontano il record italiano di Valeria Straneo (2h23:44 nel 2012), che per me è un esempio e lo sarà sempre. Manca un minuto e mezzo, non è poco ma neppure un’infinità. E nel 2022 vorrei puntare soprattutto agli Europei. Non ho potuto correrli nel 2018 a Berlino, per un problema dell’ultimo momento, e quindi penso all’appuntamento di agosto a Monaco di Baviera”.

Si decide praticamente in volata la sfida degli uomini con il trionfo in 2h05:12 del keniano Lawrence Cherono che ritrova il sorriso dopo aver sfiorato il podio alle ultime Olimpiadi (quarto a Sapporo a soli due secondi dal terzo posto), mentre era stato secondo l’anno scorso a Valencia (con il personale di 2h03:04) e vincitore di due “major” in carriera (Chicago e Boston nel 2019). Alle sue spalle l’etiope Chalu Deso Gelmisa (2h05:16) e l’altro keniano Philemon Kacheran (2h05:19 PB), invece è quarto Geoffrey Kamworor, il fuoriclasse del Kenya che in 2h05:23 ritocca il proprio limite (era di 2h06:12 datato 2012), due volte re di New York (2017 e 2019) e pluricampione mondiale di mezza maratona e cross, ma costretto a rinunciare ai Giochi di Tokyo per infortunio. Fioccano i record nazionali per gli atleti europei, con il tedesco Amanal Petros (undicesimo in 2h06:27) e Hamid Ben Daoud (dodicesimo per eguagliare il primato spagnolo di 2h06:35). Buon debutto in maratona del 24enne bresciano Francesco Agostini (Atl. Casone Noceto), 75esimo in 2h16:31, poi arriva 87esimo con 2h19:00 il siciliano Alessio Terrasi (Gp Parco Alpi Apuane), ex campione tricolore sulla distanza.

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