La corsa della rinascita. L’Amatrice-Configno 2017 è stata un’edizione speciale, con le lacrime agli occhi e il cuore che pompa speranza, a meno di un anno dal terribile sisma che il 24 agosto distrusse Amatrice insieme ad altre cittadine della Sabina. Nonostante le mille e una difficoltà, l’Amatrice-Configno non si è arresa ed è riuscita in quella che era, a tutti gli effetti, un’impresa impossibile: realizzare, a 361 giorni dalla notte del sisma, la gara dei 40 anni di storia. Un atto di coraggio e di fiducia nel futuro, che ha coinvolto nello sforzo organizzativo un’intera popolazione e che ha visto accorrere i campioni di sempre dell’atletica italiana per rendere omaggio a una terra così profondamente ferita. Una sobria cerimonia si è svolta, questa mattina a poche ore dal via della gara, all’interno della Zona Rossa ancora blindata. A depositare un mazzo di fiori bianchi e rossi davanti alla Torre Civica, drammatico simbolo del terremoto, sono stati Gabriella Dorio, campionessa olimpica dei 1500 a Los Angeles 1984, Gelindo Bordin, oro olimpico di maratona a Seul 1988, l’argento europeo di maratona Laura Fogli insieme al vicepresidente FIDAL Vincenzo Parrinello, all’infaticabile patron della corsa Bruno D’Alessio e al presidente dell’Ass. Configno Luigi Salvi. Una delegazione rispettosa e ridottissima, scortata dai Vigili del Fuoco fra le macerie di quello che era il centro storico di Amatrice.
Atletica, Amatrice-Configno, la corsa della rinascita
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