di Alessandro Tozzi
Dal 15 al 18 febbraio nel Salone delle fontane all’Eur torna a Roma “I Migliori Vini Italiani”, importante manifestazione dedicata al mondo del vino firmata da Luca Maroni, fra le più autorevoli firme dell’enologia italiana. Per 4 giorni di degustazioni no stop saranno presenti cento fra le etichette migliori della penisola; il biglietto d’ingresso ha il costo di 25 euro. L’evento sarà inaugurato da una speciale serata di premiazione su invito, durante la quale saranno premiati “I migliori vini italiani” presentati da Luca Maroni e presenti nell’“Annuario dei migliori vini italiani 2018”, una delle guide più influenti del settore, giunta alla sua venticinquesima edizione.

Maroni, una curiosità… lei da anni degusta 15.000 vini l’anno (50 al giorno circa), senza mai “berli”; fra l’altro lei nasce come collaboratore di Veronelli che da quel che si sa amava bere anche negli assaggi professionali. E’ complicato avere a che fare tutti i giorni con decine di bottiglie di vino, per lavoro, senza mai assaggiare i prodotti, che magari lei considera vini eccezionali?
“In realtà deglutisco pochi centilitri di ogni vino degustato, altrimenti non potrei valutare l’equilibrio del sapore fra morbidezza, acidità e tannino. Ho quindi assaggiato ognuno dei 300.000 vini sin qui degustati senza mai sputare. Quando poi un vino supera un certo valore sensoriale, magari lo porto a casa e la sera ne condivido il piacere con i familiari”.

Tre vini che lei ama particolarmente?
“Il Moscato Giallo, la quintessenza dell’uva in profumo. Il rosato da uve Montepulciano d’Abruzzo detto Cerasuolo, e fra i rossi la Lacrima di Morro d’Alba marchigiana. Tre vini di eccezionale presenza e carica d’aroma”.

In Italia i vini stanno migliorando qualitativamente da diverso tempo. Che consiglio dà al movimento del vino in generale per migliorare ancora?
“La battaglia da condurre è quella di riportare il vino sulla tavola di ogni giorno di tutti gli italiani. Bere due bicchieri di vino durante il pasto deve tornare a essere consuetudine piacevole di ogni famiglia italiana. Come per gli inglesi il tè”.

Credo che la sfida del vino sia quella di costare cifre abbordabili, e migliorare la sua qualità: bere tutti, bere meglio, bere a buon mercato. Mi pare che in Italia sotto questo profilo non ci si possa lamentare. Il vino rispetto ad altri prodotti è più complesso da bere a buon mercato. Tanto che spesso costa in cantina lo stesso prezzo che costa in un’enoteca di medio livello, un’anomalia nel sistema di mercato attuale nel quale spesso si compra on line per risparmiare. Quale è la nuova frontiera dal punto di vista economico del prodotto vino per il mercato?
“I vini italiani più sostanzialmente migliorati grazie al compimento del Rinascimento Enologico italiano sono quelli più economici di ogni produttore. Per bere bene e sano venti anni fa occorrevano assai più soldi rispetto a oggi. Le selezioni della grande distribuzione stanno migliorando costantemente in qualità e convenienza, e in futuro sempre di più il vino verrà distribuito attraverso questo canale”.

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