Broncos
I Denver Broncos hanno battuto i Carolina Panthers

di Giuseppe Vasapollo

È stato il SuperBowl del cinquantesimo. È stato il SuperBowl delle attese disattese. È stato il SuperBowl delle difese. È stato il SuperBowl del vince chi sbaglia meno. È stato il SuperBowl dei quarterbacks fantasma. È stato il SuperBowl di Lady Gaga. È stato il SuperBowl col più brutto Half-Time Show dell’ultimo decennio. È stato il SuperBowl degli spot pubblicitari da 5 milioni di dollari per trenta secondi.

Nella notte italiana tutta l’America si è fermata. Oltre un miliardo di telespettatori in tutto il mondo hanno assistito alla partita che ogni anno assegna il titolo NFL, quest’anno giunta all’edizione numero 50. E che solo per quest’anno ha abbandonato la tradizionale numerazione romana che tornerà però dal prossimo SuperBowl.
A San Francisco, pardon, a Santa Clara, cittadina a 70km dove è stato costruito il nuovissimo e futuristico Levi’s Stadium è andato in scena lo spettacolo che inchioda da mezzo secolo tutti davanti alla tv.

Le aspettative erano importanti, ad affrontarsi c’erano il miglior attacco della stagione, i Carolina Panthers, contro la miglior difesa della stagione, i Denver Broncos. Ed i due quarterbacks più trendy, Peyton Manning che a 39 anni ha dichiarato che sarebbe stato probabilmente il suo ultimo rodeo, un atleta che nulla ormai deve più dimostrare ed il cui ingresso nella Hall of Fame del football è ormai una sola formalità burocratica. Dall’altra parte Carolina con il miglior giocatore NFL dell’anno, Cam Newton.
Parata di stelle per il cerimoniale del sorteggio di palla e campo con Joe Montana a lanciare la monetina. Insieme a lui altri eroi della baia, di Oakland e San Francisco, autori di pagine memorabili della NFL degli anni ’70, ’80 e ’90.
Altra tradizione, quella dell’inno nazionale, quest’anno cantato da Lady Gaga. Appariscente come sempre, ha riscosso l’apprezzamento di tutto il pianeta per quella che è stata giudicata una delle migliori performance della storia della NFL. Dopo essere passati da artisti che a volte steccavano o addirittura sbagliavano strofa, quest’anno l’inno cantato dalla effervescente Lady Gaga è stato semplicemente perfetto.

Peccato che la partita non sia stata invece alla stessa altezza. Le due formazioni si sono affrontate con paura. I due attacchi non sono riusciti a dare spettacolo, ci hanno pensato le difese. Primo drive dei Broncos chiuso con soltanto un field-goal. Buono per incassare i primi tre punti ma indizio immediato che la partita non sarebbe stata una passeggiata né per Manning, né per il suo diretto competitor Newton che stavolta non ha potuto festeggiare col suo “dabbing” che ha fatto impazzire tutti gli appassionati. Newton è stato protagonista in negativo un paio di drive dopo per il primo touchdown dei Broncos. Su una shotgun arriva il blitz di colui che poi sarà nominato MVP del SuperBowl 50, Von Miller, gli strappa la palla sul sack e la palla finisce nelle mani di Malik Jackson direttamente in end zone e punteggio sul 10-0.

Partita equilibratissima. Nessuno dei due attacchi riesce a muovere la palla e spesso, soprattutto Denver, senza nemmeno conquistare un primo down si andava subito al punt. Carolina riporta la partita nel binario con un TD nei primi minuti del secondo quarto a cui segue poi un altro field goal dei Broncos porta le squadre negli spogliatoi sul 13-7.

Il tempo di qualche spot che quest’anno hanno toccato i 5 milioni a passaggio e che ormai da tanti anni entusiasmano gli spettatori al pari della partita, tanto che il giorno dopo parecchi media stilano anche una classifica degli spot migliori e più divertenti, e la perfetta organizzazione della NFL ha allestito in pochissimi istanti un palco per il concerto di metà partita che, pure in questo caso, tiene tutta la gente incollata allo schermo. Ecco, diciamo che sulla linea della partita, anche lo spettacolo non è stato proprio il più bello. L’ironia social degli americani si è scatenata in pochi istanti. I Coldplay hanno deluso e nemmeno Bruno Mars e Beyoncè, ospiti speciali, hanno provocato una scossa di adrenalina.

Al rientro dagli spogliatoi la musica non è cambiata. Le due difese hanno continuato a fare la partita ed è stata una vera e propria battaglia a chi sbagliava di meno. Manning non riusciva a centrare i propri ricevitori, lanciando invece verso la candidatura ad MVP il difensore di Carolina Kony Ealy, autore di tre sacks, di un intercetto e di un fumble forzato. Dall’altra parte ancora errori su errori di Super Cam, tradito forse anche dal non aver saputo reggere la grandissima pressione che giocare un SuperBowl mette su tutti i protagonisti. Ed è ancora Von Miller che si rende autore a sua volta di 3 sacks, uno diviso a metà con un compagno, e di due fumble forzati che regalano alla fine l’unico TD offensivo ai Broncos consegnando virtualmente il cinquantesimo Lombardi Trophy nelle mani della squadra di Denver, alla sua ottava apparizione al SuperBowl, pareggiando cosi Dallas e Pittsburgh.

A fine partita le telecamere erano tutte per il più grande giocatore dell’ultimo ventennio, Peyton Manning, al quale tutti rivolgevano la stessa domanda: “È stata la tua ultima partita?” E lui, stanco ma soddisfatto di essere diventato anche il primo quarterback ad aver vinto due SuperBowl con due differenti maglie, ha dichiarato che si sarebbe preso qualche giorno di vacanza ed insieme alla sua famiglia maturerà la scelta entro qualche settimana. Il mondo NFL è in attesa.
Una nota di merito va invece a Thomas Davis, linebacker dei Panthers. Due settimane fa si è rotto il braccio destro durante la finale di conference, si è fatto immediatamente operare, due placche e una dozzina di viti nel braccio, un gesso speciale e… via in campo. Nonostante l’handicap è stato autore anche di 7 tackles ed a fine partita ha fatto togliere il gesso per medicare la cucitura sul braccio pubblicando una foto sul suo social dove, con orgoglio, ha dichiarato che non voleva lasciare da soli i suoi compagni di squadra. Cose dell’altro mondo, del mondo sportivo americano, cose lontane anni luce dal calcio e dall’Europa. Cose incredibili che solo la NFL ed il football possono regalare.

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