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Ha lasciato la Lazio dopo 9 anni trascorsi nella veste di ortopedico di riferimento del club. Stefano Lovati usa sempre toni moderati ma l’addio non sembra essere stato così indolore. Questo almeno traspare dalle dichiarazioni rilasciate stamattina ai microfoni di Radiosei nella trasmissione Buongiorno Capitano. Figlio di Bob, colonna secolare del sodalizio capitolino, lo specialista ha raccontato la sua esperienza a Formello. «Mi manca la Lazio? In realtà a livello di affetto la Lazio non mi mancherà mai. Sono andato via dopo nove anni di collaborazione. Arrivai nel 2007: mi chiamò Sabatini dopo aver operato Ledesma. Questa estate abbiamo deciso di terminare questo rapporto. Il mio principale lavoro era un altro tra ospedali, convegni e studio privato, ma la Lazio era una cosa in più molto piacevole perché abbinavo la professione al cuore». Il distacco è stato annunciato in estate. «Non sono mai entrato in merito sulle scelte dei miei collaboratori, che fossero ortopedici o medici dello sport. Ivo Pulcini si occupa delle idoneità e ha un ruolo burocratico. Ci sono state sicuramente alcune vedute diverse, ma non sulla scelta dei medici quanto per un miglioramento interno. Avrei voluto integrare lo staff con persone nuove così come investire nell’adeguamento delle strutture. Molte volte ho trovato un muro, a volte ho dovuto fare dei salti mortali per migliorare. Anche chiedere cortesie a professionisti esterni quali posturologi, osteopati e fisioterapisti. In una società di calcio quella sanitaria dovrebbe essere la seconda voce per investimenti dopo quella per i calciatori e in altri club lo è». Lovati si è quindi soffermato sulla vicenda De Vrij.

«Se vedeste le risonanze magnetiche al suo arrivo a Roma lo osservereste pulite, zero problemi cartilaginei. In Lazio-Empoli, aprile 2015, subì un trauma compressivo del ginocchio e nell’intervallo lo vidi dolorante e fu sostituito. Dagli esami emerse una lesione osso condrale della cartilagine. A quel punto venne mantenuto in terapia perché Stefan non voleva operarsi dovendo giocare le qualificazioni agli Europei con l’Olanda, ma era emerso quasi subito qualcosa di importante. In Olanda gli dissero che operandosi all’inguine avrebbe superato il problema, ma ciò non avvenne. Poi venne operato per la cartilagine saltando un’intera stagione. Noi abbiamo un po’ aspettato perché in campionato abbiamo cercato di raggiungere la Champions, ma ad un certo punto abbiamo dovuto mettere uno stop. De Vrij ha voluto sottoporsi ai fattori di crescita e ad una terapia infiltrativa, noi già sapevamo che c’era un danno che l’avrebbe portato lontano dal campo per lungo tempo».

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