Ci voleva una ragazza di Subiaco per riportare in Italia il titolo mondiale U20 di fondo. Era il 1989 quando Stefania Belmondo conquisto due ori nella rassegna iridata norvegese di Vang. A distanza di trentacinque anni è stata la diciannovenne Maria Gismondi a salire sul gradino più alto del podio ai mondiali di Planica in Slovenia nella 20 km mass start a skating. Cresciuta nelle file del Winter Sport Subiaco, la sciatrice sublacense dopo i ripetuti successi giovanili, si è trasferita qualche anno fa al Nord prima a Treviso e poi Moena. Tesserata con le Fiamma Oro, Maria Gismondi non riesce a nascondere tutta la sua gioia anche se probabilmente ancora non si rende ancora conto dell’impresa che ha firmato: “Dire che sono contenta è poco. Sapevo alla vigilia della gara che avrei potuto fare bene ma non pensavo di vincere l’oro”. Ha corso la gara con grande personalità, sicura, quasi spavalda delle sue possibilità è sempre stata nelle primissime posizioni. La norvegese Anniken Sand è stata un osso duro fino alla fine ma la progressione finale della sciatrice sublacense è stata impressionante. “La mass-start è una gara lunga e ricca di insidie. Ho lavorato tanto per presentarmi in forma a questo appuntamento. Ci tenevo a fare bene. Sapevo di essere competitiva nello skating ma battere le scandinave nella nostra disciplina non è mai facile. La dedica? Troppo facile. Ai miei genitori che mi sono stati sempre vicini. Non è stato facile andare via di casa giovanissima”. Ma non dimentica Giorgio Tognetti e il suo Winter Sport Subiaco che l’hanno sempre seguita. Oltre all’oro nella 20 km la Gismondi si è messa al collo anche il bronzo conquistato nella staffetta mista 4×5 (insieme a Davide Ghio, Aksel Artusi e Iris De Martin Pinter) dove, come ultima frazionista, è stata determinante nell’appassionante testa a testa con il quartetto a stelle e strisce. L’impresa di Placanica destinata a passare alla storia del fondo italiano non basta alla campionessa della Fiamme Oro: “La medaglia d’oro dei mondiali mi dà certezze e consapevolezza nei miei mezzi ma rappresenta un punto di partenza non certo di arrivo. Ho fatto tanti sacrifici per arrivare a questi livelli e spero di restarci. Adesso voglio chiudere nel migliore dei modi la stagione sia in Coppa Europa che i campionati italiani di Pragelato”. L’anno prossimo l’atteso esordio tra i senior non sembra spaventarla: “All’inizio non sarà facile ma continuerò a lavorare per farmi trovare pronta”. Proverà ripetere le imprese di un altro sublacense d’hoc come Valerio Checchi vincitore di due gare di Coppa del Mondo (2006 e 2008). Ma all’orizzonte ci sono le Olimpiadi di Cortina-Milano 2026. Vederla protagonista sulle piste della Val di Fiemme non è più un’utopia come spiega il Presidente onorario del Comitato Regionale Lazio – Sardegna Nicola Tropea (per 32 anni ai vertici del CLS), che per primo diversi anni fa aveva intuito le potenzialità della ragazza di Subiaco: “L’impresa di Maria mi ha commosso ma non sorpreso. Le Olimpiadi? Sarà sicuramente ai nastri di partenza non ho alcun dubbio”.
Carlo Monteverde
Carlo Monteverde