Al Corviale, uno dei quartieri più difficili e degradati della Capitale, chiuderà presto la piscina comunale gestita dall’Unione Sportiva delle Acli di Roma lasciando senza “sport” oltre 600 ragazzi tra loro anche molti under 18 disabili. Terminerà anche l’attività sportiva dedicata agli anziani del quartiere. Infatti, per una decisione unilaterale del Campidoglio, il canone dell’impianto che l’US Acli Roma pagava, relativo alla concessione di servizi sportivi erogati ai cittadini in nome e per conto del Comune di Roma, passa da 550 euro al mese a 5500 euro. Un aumento esorbitante vista l’importanza sociale dove l’US Acli ha da sempre applicato le tariffe sociali proposte da Roma Capitale.
Una decisione comunicata via pec il 13 marzo 2017 senza nessun preavviso e a stagione iniziata che mette in serio dubbio il regolare svolgimento delle attività della piscina da anni simbolo dell’integrazione attraverso lo sport. Inoltre, l’aumento ha valore retroattivo al 1 gennaio 2017.

L’US Acli Roma è concessionaria dal 2004 della piscina del Corviale ed ha sempre pagato in maniera regolare l’affitto alla scadenza del 5 di ogni mese. Inoltre, il contratto con Roma Capitale è scaduto dal 30 giugno 2012 e a più riprese l’US Acli ha chiesto in forma ufficiale – con pec e raccomandate – a Roma Capitale di potere siglare un nuovo accordo senza avere nessuna risposta.
L’Unione Sportiva delle Acli di Roma, con i suoi 25 mila soci e le 265 associazioni affiliate, è una delle più importanti realtà sportive del sistema Acli nazionale. La prima in Italia per il numero di associazioni aderenti e la seconda per iscritti. Un terzo dei suoi associati ha meno di 15 anni. Numerose sono le attività promosse nell’ambito di sport come calcio a 11, a 8 e a 5, nuoto, pallavolo, ciclismo, atletica, arti marziali e danza. L’US Acli Roma, inoltre, pone la massima attenzione all’utilizzo della pratica sportiva a fini sociali.

“Una vicenda incredibile – spiega Luca Serangeli, presidente di US Acli Roma – che dimostra come spesso chi amministra la città sia lontano dai territori non conoscendone le dinamiche sociali ed economiche. Aumentare del 1000% l’affitto ad una realtà come la nostra significa colpire i tanti giovani del Corviale che con noi hanno intrapreso un percorso di fuga dal degrado per una vera integrazione. Farlo poi a stagione inziata è un ulteriore colpo all’economia di tante famiglie del quartiere che confidavano sulle tariffe comunali”.
“Con una pec – aggiunge Serangeli – l’Amministrazione capitolina pone fine ad un’attività virtuosa che sostiene un quartiere difficile. Come è nostra prassi e nella piena trasparenza abbiamo affisso nella bacheca della piscina il documento arrivato da Roma Capitale per mettere a conoscenza la cittadinanza di un fatto a dir poco grave”.
“La nostra associazione, non solo ha sempre pagato regolarmente l’affitto, – conclude Serangeli –  ma ha più volte posto il problema al Campidoglio della scadenza del contratto. Proprio il 28 gennaio scorso abbiamo fatto il nostro congresso in un’altra struttura del Corviale, il calcio sociale. Per quella occasione l’assessore Frongia, se pur invitato, non si presentò. Sembra che l’impegno dell’Amministrazione capitolina per risolvere il problema nelle periferie si limiti solo all’invio di una pec”.

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