di Alessandro Tozzi
E Argentina-Francia fu, la finale più attesa con buona pace del Brasile, al termine di un Mondiale comunque sorprendente.
Francia-Marocco si è aperta e chiusa con un gol dei francesi, due gol non puliti al termine di due mischie: in mezzo un Marocco che piano piano ha preso campo, arrivando nel secondo tempo a porre l’assedio alla porta francese, per arrivare a fine partita con due vere conclusioni in porta, uno di stinco in rovesciata finito sul palo con Lloris presente, e uno salvato a due metri dalla linea da un difensore.
La Francia di suo ci ha messo due grosse occasioni per Giroud, gran palo nella prima, e fuori misura senza portiere nella seconda, per una vittoria meritata, ma non pienamente convincente, quasi fosse la prosecuzione della sfida con gli inglesi.
Mbappè ha fatto due-tre dei suoi strappi, in uno è stato malmenato da un Amrabat uomo ovunque degli africani (poi perculato dal francese con un tunnel stile ragazzo della primavera), ma stasera è stato fisicamente ben tenuto dai marocchini, che nonostante una partita in salita gli hanno lasciato campo solo in quel paio di occasioni.
Ecco, siccome le partite hanno una storia loro, e il Marocco fin qui ha sempre gestito le partite contro squadre sulla carta sempre più forti (Canada già eliminato a parte), prendere gol dopo 5 minuti in una semifinale mondiale contro questa Francia è una prova che fa stringere i polsi. Che non sono tremati, e anzi nel secondo tempo il Marocco ha per larghi tratti dominato, ma è sempre mancato il guizzo che consentisse non tanto il gol, ma proprio il tiro in porta, che stasera (e temo non solo stasera) è mancato: che manchi una punta di livello è evidente, tanto più se primo rincalzo è il ragazzo del Bari neopromosso in B. Per il resto, Marocco sugli scudi a centrocampo, dove ha messo paura fisicamente alla Francia, aggredendola alta senza farla ragionare, ma poco pericoloso; Hakimi, stella della squadra, esce tutto sommato quasi ridimensionato dal Mondiale, visto che su quella fascia c’è Ziech, e i due finiscono quasi per pestarsi i piedi, più che essere complementari e devastanti come potrebbero.
Si parlerà di un rigore di Hernandez nel primo tempo, che in realtà sembra impossibile da fischiare perchè il marocchino la palla non ce l’ha, e semmai ce l’ha il francese, che comunque è il difensore, ma a parte quei due milioni di marocchini incazzati che stanotte bruceranno la Tour Eiffel, direi che il risultato è meritato.
Francia come detto sorpresa dalla fisicità dei marocchini, e fortunata a fare due gol in mischia, ma comunque la danza l’ha sempre condotta lei, e vincere senza i gol dei due avanti, che fin qui avevano fatto 9 gol in coppia, è un segno di forza e non di debolezza.

Arriviamo così alla partita decisiva, che 4 anni fa a ben vedere fu un ottavo di finale, ma fu quasi la vera finale, e la vinse la Francia 4/3, contro una Argentina deludente si, ma eliminata dai campioni del mondo dopo una partita combattutissima.
Le due squadre arrivano a giocarsela dopo una sconfitta per parte contro due squadre di terza fascia, Arabia e Tunisia, e una serie di partite combattute per entrambe.
La Francia sembra più forte. Lo è. La Francia B rimasta a casa potrebbe tranquillamente finire fra le prime 4 di questo Mondiale (forse anche vincerlo, chissà), e tanto basti. Non è comunque solo Mbappè, c’è un collettivo che gioca un buon calcio, ha mostrato dei limiti, ma comunque ha tenuto sempre un buon livello, e dalla panchina entra gente sul pezzo.
Dall’altra parte c’è Messi. Oltre a lui 2/3 giocatori forti e funzionali, alcune stelle appannate, e molti gregari. Forse troppi, ma se sono funzionali alla squadra, meglio loro che Di Maria o Dybala al 50%. Stavo rivedendo l’Argentina del 2010, Maradona in panchina, che ne prende 4 dalla Germania nei quarti e davanti aveva: Di Maria, Tevez, Messi, Higuain, Aguero, Pastore, Milito. Tutti al top, o quasi, della loro carriera. Il Brasile che esce con la Francia nel 2006 aveva in campo Ronaldo, Ronaldinho, Kaka, Adriano, Robinho, e sulle fasce Cafu e Roberto Carlos. Cioè a dire che i nomi contano, ma averne troppi spesso fa anche male, perchè non tutti sono disposti al sacrificio, e l’allenatore spesso non è in grado di fare scelte a lunga gittata, ma è costretto anche dalle esigenze della partita a piani tattici opinabili, buttando tutti dentro quasi si tratti di una partita scapoli ammogliati, dove si ha l’obbligo di far giocare tutti.
Pure, se la Francia è favorita, il vento pare girare in direzione argentina, che siano il Dio del calcio, o i padroni dello stesso, a spingere per favorire la vittoria di Messi, che illuminerebbe lo scenario mondiale.
Domenica alle 22 sapremo.
Poi dalle 24 le ruspe riprenderanno a lavorare per sbaraccare tutto, e questo mese sembrerà essere stato solo un miraggio nel deserto qatariota.

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