Conciliare la vita da studenti con quella da atleti diventa finalmente possibile. È stato infatti presentato al Miur un Programma rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie di II grado che praticano attività sportiva di alto livello. Obiettivo: consentire a questi giovani di inseguire il loro sogno senza dover rinunciare allo studio. Si parte con 1.342 studenti appartenenti alle categorie giovanili Allievi e Primavera della Lega Serie A, di cui 326 con contratto professionistico e 13 già esordienti nel massimo campionato. Per loro niente più lezioni perse a causa di gare e allenamenti. Grazie a soluzioni didattiche ad hoc e all’uso della tecnologia, potranno stare al passo con la loro classe.
Il Programma, presentato oggi, attua quanto previsto dalla legge ‘Buona Scuola’ (articolo1, comma 7) in materia di diritto allo studio degli studenti-atleti. È realizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con il Coni, il Cip (Comitato italiano paralimpico) e con la Lega Serie A.
L’iniziativa è stata presentata dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, dal Sottosegretario Gabriele Toccafondi, dal Presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta e dal Presidente del Coni Giovanni Malagò. Hanno portato la loro testimonianza alcuni giovani atleti: il portiere della Juventus, Emil Audero, che frequenta l’ultimo anno di Liceo scientifico (“Le lunghe assenze mi penalizzano più di ogni altra cosa”, ha raccontato, riferendosi alle continue trasferte con la squadra); il centrocampista della Lazio e della nazionale italiana under 21, Danilo Cataldi, che ha lasciato la scuola al terzo anno del Liceo scientifico (“Nell’affrontare i due impegni, sport e scuola, le problematiche erano tante. Ora spero di riprendere e finire gli studi grazie a questo Programma”); la campionessa di nuoto Simona Quadarella, al IV anno del Liceo scientifico (“Difficile rimanere concentrati in classe e poi fare gli allenamenti, magari in vista di una gara”). Tra i testimonial d’eccezione anche Andrea Lucchetta, il campione mondiale di pallavolo, che è riuscito a diplomarsi, ma, ha raccontato, “non sono riuscito a laurearmi in Ingegneria elettronica come avrei voluto. A tutti dico di non arrendersi mai. Bisogna trovare sempre gli spazi. La scuola ti forma”.
“La nostra volontà – ha spiegato il Ministro Stefania Giannini – è di far sì che lo sport diventi una componente fondamentale, strutturale, della nostra formazione e della formazione che la scuola dà ai nostri studenti. Con questa iniziativa abbiamo messo un primo mattoncino per costruire un edificio che sono convinta porterà un grande risultato. Un cambiamento culturale che era necessario e che ci riconsegnerà una competitività sul piano internazionale, anche in questo settore”.
“Scuola e sport agonistico possono non essere in contrasto. Chi ha una dote e tanta volontà deve poter fare scuola fino in fondo. Nel 90% dei casi lo sport che si pratica anche a livello agonistico da giovani non diventerà l’attività principale nella vita, è bene quindi che l’istruzione non sia abbandonata dai ragazzi. Con questa sperimentazione – ha spiegato il Sottosegretario Gabriele Toccafondi – vogliamo offrire la possibilità agli studenti-atleti di portare avanti una carriera da professionisti ed allo stesso tempo vogliamo abbattere l’alto tasso di dispersione scolastica che colpisce gli studenti che praticano sport ad alto livello. Per la prima volta il sistema nazionale d’istruzione si occupa, con un’azione concreta ed innovativa, di sostenere il percorso scolastico di questi ragazzi, un obiettivo importante che compariva come uno degli aspetti qualificanti della ‘Buona Scuola’”.
“Dare a questi giovani la possibilità di proseguire e completare gli studi è molto importante – ha dichiarato il Presidente del Coni, Giovanni Malagò – anche per garantire loro un futuro quando interromperanno l’attività agonistica, perché sappiamo che anche dopo aver ottenuto la massima consacrazione sportiva, questi atleti non sempre hanno la certezza di avere una tranquillità lavorativa ed economica. Ecco dunque che questo programma diventa fondamentale e dobbiamo già immaginare di ampliarlo a livello universitario. Questo anche perché al giorno d’oggi si creano nuove opportunità lavorative all’interno dell’ordinamento sportivo. Con questo progetto ci mettiamo al passo coi tempi, è un segnale di civiltà che prepara una categoria fino a poco tempo fa totalmente spiazzata di fronte alle difficoltà lavorative che gli sportivi devono affrontare nel momento in cui interrompono l’attività sportiva”.
“La Lega Serie A è orgogliosa di intraprendere, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con il Coni e con il Cip, questo ambizioso progetto dal forte impatto sociale, volto alla sperimentazione di percorsi didattici innovativi – ha dichiarato il Presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta -. L’obiettivo è quello di aiutare i giovani atleti delle nostre Società a conciliare gli impegni scolastici con quelli sportivi ottimizzando i tempi, sfruttando appieno tutte le loro potenzialità, intellettuali e calcistiche, e riducendo il più possibile il loro abbandono scolastico”.
La sperimentazione ha una durata triennale. In questa prima fase coinvolgerà gli studenti coinvolti nelle attività della Lega Serie A. Dal prossimo anno scolastico sarà estesa agli studenti-atleti di tutte le discipline sportive. Si tratta di ragazzi che per il loro impegno sportivo-agonistico si vedono spesso costretti ad uscire dal sistema di istruzione e che, ora, invece, potranno scegliere di usufruire di percorsi personalizzati e completare il ciclo di studi.
Nel concreto: gli studenti-atleti non avranno “sconti” sui programmi di studio, che saranno uguali a quelli dei loro compagni, ma potranno seguire le lezioni tramite una piattaforma web conciliandole con gli impegni sportivi; sempre attraverso questa piattaforma potranno dialogare e interagire con i docenti o con i compagni e avranno a disposizione tutti i materiali didattici.
Ad affiancare ciascuno studente ci saranno due tutor: uno scolastico e uno sportivo. Le attività di e-learning (documentate e certificate dal Consiglio di classe) potranno essere equiparate ai fini della valutazione a quelle svolte in presenza, per una quota massima del 25% del monte orario annuale. Le verifiche, sia orali che scritte, valide anche ai fini della ammissione alla classe successiva, non potranno essere effettuate tramite la piattaforma digitale.