di Claudio Cafasso
Nel giorno in cui Sean Connery ha lasciato questa terra, un altro suo conterraneo se n’è silenziosamente andato da Roma. Si chiamava Timothy East, per gli amici Tim. Da decenni viveva nella capitale in cui s’era pienamente integrato e di cui apprezzava la cultura ed il buon cibo.

Nativo di Dundee, la quarta città più popolosa della Scozia situata sulla sponda nord dell’estuario del fiume Tay, Tim era approdato a Roma negli anni ’80 dove, dopo alcune esperienze e grazie alla sua acuta intelligenza e preparazione, era entrato in Nissan Italia direttamente come CFO (chief financial officer), ovvero Direttore Finanziario.
Ruolo che ricoprì fino al 1999, quando con lo stesso compito passò nella società editrice del Corriere dello Sport. Un ruolo questo di cui era orgoglioso, che svolse con impegno e dedizione riscuotendo successi professionali finchè decise d ritirarsi a vita privata.

Tim viveva nel quartiere Prati con sua moglie Ombretta. Un appartamento sobrio all’ultimo piano di un palazzo d’epoca col portone di legno, i soffitti alti, l’ascensore a vista che arranca al centro delle ampie scale.

Tim era un vero anfitrione, era “una persona speciale con una inconfondibile personalità, socievole e gentile” come l’ha definito in queste ore un suo amico.

Entrare nella casa di Tim e Ombretta ogni volta era come fare un tuffo nella cordialità spinta: antipasti e buon vino, morbide poltrone e morbidi chiacchiericci nei quali era piacevole abbandonarsi, cene da gourmet (grazie a Ombretta), ma soprattutto musica.

A dir la verità non era molto ciarliero Tim, aveva poche ma sempre buone battute. Ma i suoi sentimenti li esprimeva con la musica. Musica soffusa, avvolgente, eterea, spesso di autori sconosciuti, che usciva da un impianto stereo di tutto rispetto.

Niente CD, banditi gli MP3, guai a parlargli di Spotify. Tim aveva infatti una grande passione, il vinile. Collezionava LP come francobolli a prescindere dal volume e dallo spazio necessario per conservarli. In casa ne aveva oltre settemila distribuiti ovunque, solo in salotto due pareti erano totalmente dedicate a ospitarli. E ogni volta ce ne faceva ascoltare di nuovi.

La sua morte, avvenuta a 63 anni al termine di un penoso periodo di alcuni mesi costellati da alti e bassi intervallati da ricoveri ospedalieri, ha trovato la moglie Ombretta, i suoi amici vecchi e attuali, gli amici di Tim, gli ex colleghi del Corriere dello Sport tutti impreparati ad accettare l’idea che questo gigante buono scozzese ma abbastanza ‘romano de roma’ non ci sia più. Ciao Tim, è stato un onore conoscerti.

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