Porsche
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I risultati del primo anno di integrazione in Porsche hanno superato le aspettative. Undici dei tredici rifugiati, di età compresa tra i 16 e i 38 anni, a partire da Settembre proseguiranno il loro cammino professionale presso il costruttore di vetture sportive. Porsche sta tenendo la porta aperta anche per gli altri due partecipanti. L’intenzione è permettere loro di prendere parte ad un altro anno scolastico perché possano raggiungere un adeguato livello di istruzione e di padronanza della lingua. Porsche continuerà ad esercitare la propria responsabilità sociale avviando un secondo anno di integrazione a Novembre 2016. Questa volta, un totale di 15 tra uomini e donne avrà l’opportunità di sviluppare le proprie competenze linguistiche, culturali e tecniche per un periodo di dieci mesi. L’obiettivo è di migliorare le loro opportunità sul mercato del lavoro e condurli verso un tirocinio, se non addirittura un’occupazione.

“Eravamo fermamente intenzionati ad assistere i rifugiati nel loro processo di integrazione e convinti della validità del nostro approccio basato su un programma completo. Ma non potevamo immaginare che i partecipanti sarebbero stati così motivati durante tutto il processo e che avrebbero sviluppato una dinamica di gruppo così positiva. Questo dice molto sui rifugiati e sul lavoro dei nostri formatori”, afferma Andreas Haffner, membro del Comitato esecutivo per le Risorse Umane e Affari sociali di Porsche AG, che ha una visione positiva del primo anno di integrazione. Come previsto, la sfida più significativa è rappresentata dalla lingua. “Ciò ha reso ancora più importante consentire ai rifugiati di sperimentare regolarmente, fin dall’inizio, la vita nelle zone della formazione tecnica e commerciale e nei reparti specializzati, in modo da migliorare le loro competenze linguistiche attraverso la pratica. Oltre all’elemento linguistico, anche questo aspetto ha permesso loro di superare eventuali insicurezze, poiché l’esperienza in un’impresa industriale di tali proporzioni e con questo livello di organizzazione era completamente nuova per loro”, aggiunge Dieter Esser, Responsabile della formazione professionale in Porsche che, insieme con la sua squadra, è stato responsabile dell’ideazione ed implementazione dell’anno di integrazione.

Gli undici tra uomini e donne provenienti da Afghanistan, Eritrea, Iraq, Iran, Pakistan e Siria stanno prendendo strade diverse in Porsche: due di loro parteciperanno all’anno di preparazione Porsche, che rappresenta un’ulteriore fase preliminare prima di iniziare un tirocinio. Due dei partecipanti hanno superato le prove attitudinali per il tirocinio e riceveranno una formazione come montatore di interni e specialista di meccatronica automobilistica incentrata sulla tecnologia delle autovetture. Gli altri sette partecipanti verranno assegnati alla produzione e logistica, inizialmente per un periodo di un anno. Tutti si sono impegnati a migliorare per proprio conto la conoscenza della lingua tedesca in modo da poter soddisfare i requisiti per affrontare un tirocinio o per continuare il lavoro negli opportuni reparti specializzati all’interno della produzione e della logistica, in base all’età.

Uwe Hück, capo del comitato aziendale di Porsche AG, parlando del programma di sviluppo ha affermato: “Sono molto orgoglioso che il Consiglio di Amministrazione e il Consiglio di fabbrica abbiano formalizzato l’anno di integrazione come un contratto aziendale, dopo che io ed il nostro precedente Presidente del Consiglio di Amministrazione, Matthias Müller, avevamo spontaneamente deciso di non sostenere i rifugiati con donazioni in natura, ma piuttosto di integrarli nel mondo del lavoro, e di farlo il più rapidamente possibile. Per realizzare il nostro obiettivo, abbiamo intrapreso l’iniziativa dell’“anno di integrazione”, una fase che precede l’inizio di un tirocinio. Non si tratta di un’opportunità regalata, poiché tutti i candidati devono lavorare molto duramente. Per noi una cosa è chiara: dobbiamo essere i campioni del mondo di integrazione, e non i campioni di riposo sugli allori. Solo assumendo questo ruolo possiamo fare avanzare più ampiamente le professioni tecniche nel settore dell’industria e del commercio. Integrazione non significa soltanto far conoscere alle persone la nostra cultura, ma aiutarle prima di tutto ad imparare la lingua tedesca. La formazione è, e rimane, la chiave del successo. Siamo orgogliosi di aver dato a questi undici giovani la possibilità di iniziare una carriera. Per questo motivo sono certo che il nostro anno di integrazione è, e resterà, un modello di successo”.

L’anno di integrazione è un’estensione dell’anno preparatorio Porsche. Fin dal 2012, undici giovani selezionati hanno partecipato alla fase preliminare prima di iniziare un tirocinio. Ciascuno di loro inizia l’anno con un livello di istruzione insufficiente ed un percorso professionale che è stato interrotto per svariate ragioni. Con i 15 rifugiati provenienti dell’anno di integrazione in corso, il costruttore di vetture sportive offre una prospettiva di carriera ad un totale di 26 persone che, diversamente, non avrebbero avuto alcuna opportunità di inserimento nel mercato del lavoro, e si occupa ogni anno della formazione di 220 giovani.

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