di Alessandro Tozzi
Hai 25 anni, giochi a pallanuoto e nel 2021 sei passato alla Pro Recco, dove quest’anno hai vinto tutto.
Un mese fa hai vinto la tua prima Champions League ai rigori contro gli slavi del Beograd, e sei stato nominato MVP della manifestazione.
Cominciano i Mondiali, e tu sei fra i titolari.
L’Italia fa bene, benissimo, e batte l’Ungheria dei padroni di casa, poi la Grecia favorita, e si trova in finale con la Spagna, altra favorita della vigilia.
Siamo sotto in maniera netta, e meritata, per tutta la partita, dallo 0/2 al 3/3 al 3/6, al 4/8, e a 1 minuto dalla fine la riprendi sul 9/9, con un cuore grande così.
Si va ai rigori subito, senza supplementari, chissà perchè.
Si tira in due porte diverse, dentro i primi due, poi lo Spagna segna e tu, Giacomo Cannella, anni 25, da Roma, te lo fai parare.
Per fortuna la Spagna sbaglia quello dopo, e si arriva 4/4, rigori a oltranza.

Che per regolamento debbono tirare ancora i primi 5, fino allo sfinimento.
Stessa scena, con deja vù, dei rigori prima, solo che le due squadre hanno cambiato entrambe i portieri, chissà per quale anomalia il regolamento lo prevede.
I primi tre segnano, ora tocca di nuovo a te.
Incroci a sinistra come nella prima occasione e lo risbagli nello stesso modo, anzi te lo para un portiere diverso e la Spagna vince i Mondiali di Pallanuoto, tutti in acqua a festeggiare mentre Sandro Campagna, che di suo ti strozzerebbe, ti abbraccia come un figlio, fa parte del protocollo dei perdenti.
Io non credo sia mai accaduto nulla di simile: lo stesso giocatore che ai rigori si fa parare due tiri decisivi, gli unici due sbagliati dalla squadra, da due portieri diversi, e perfino nello stesso modo.
La storia dei rigori si arricchisce di un nuovo capitolo dopo i tre rigori sbagliati in una partita da Martin Palermo, i due di Beccalossi e Cerezo, Platini Zico e Socrates che li sbagliano nella stessa partita e via dicendo. Stavolta succede nel mondo della pallanuoto e farà meno notizia, ma non meno male a te, Giacomo.

Al quale dedico questo vecchio pezzo di Baricco sull’errore.
E’ lì che capisci. E’ in quella pallina che affoga nella rete come un mandarino nel calzino della befana, che capisci. E ti appare chiarissimo, tutto in un istanle, che non c’è salvezza, non c’è difesa contro l’errore, e sempre sarà così, che continuerai a dire la, frase sbagliata nel momento sbagliato, e a non fare l’unica cosa che sai dovresti fare, e a cadere nelle trappole che hai imparato a memoria, e ad aver paura sempre della stessa cosa, in eterno, e a non capire quello che mille volte ti sei spiegato, e a far del male anche se già lo sai che lo farai. Non c’è niente da fare. Se sbaglia Becker quella palla idiota, perché mai uno non dovrebbe sbagliare gli smash della vita? Puoi spendere anni a vivere, ore a leggere libri, milioni a farti allenare dallo psicanalista: ma alla fine la palla è in rete che finisce. L’errore annulla qualsiasi passato nell’istante in cui arriva a bruciarti qualsiasi futuro. L’errore azzera il tempo,, qualsiasi tempo.
Giacomo Cannella uno di noi.

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