di Alessandro Tozzi
La mia giornata olimpica è cominciata all’1.30 col commentatore tecnico del canottaggio, un tale Bruno portoghese naturalizzato italiano che è uguale e parla uguale a Paolo Hendel quando comincia a cazzeggiare “i fulmini nel canottaggio sono pericolosi perché si rischia di morire fulminati”.
Da lì poi è partita la giornata.
Oggi tre medaglie italiche, tutte al femminile: bronzo spada a squadre, bronzo judo, argento nel sollevamento pesi, che siamo arrivati a due: ma non erano tutti dopati quelli dell’est che vincevano nel sollevamento pesi?
La prima gara, quella più faticosa del mondo, il triathlon femminile, l’ha vinta un’atleta della Bermude, con atlete che prendevano le bottigliette dagli addetti e si facevano la doccia mentre correvano (erano le 9 di mattina).
Vedendo questi addetti, che sembravano vestiti come i medici della peste a Venezia, che davano queste bottigliette, ho pensato che il covid rende problematico anche solo rifornirsi di acqua se sei ipocondriaco: della serie muoio disidratato per la paura del covid.
Visto finalmente il pubblico in strada, ed è stata un’emozione, le Olimpiadi hanno un’anima.
Visto anche piangere la Pellegrini per essere entrata in finale nei 200 stile, unica atleta a farlo in 5 Olimpiadi diverse, vincendone peraltro una sola, che questa abbiamo capito che non la vince, e nemmeno vince una medaglia. Mi chiedo se questo obiettivo delle 5 finali (senza medaglia) possa valere due anni della vita di una persona come la Pellegrini che ha già tutto, e forse la risposta è che li vale proprio perché la Pellegrini non ha tutto (poi stasera magari vince la medaglia e il problema è superato a monte).
L’Italia del nuoto prosegue a stupire, comunque, ora siamo diventati anche fortissimi nei 100 stile, ne abbiamo due dei primi 4, uno dei quali anche dorsista (e in effetti mi chiedo perché, a parte rarissimi casi, nessun grande atleta sia davvero polivalente nel nuoto). Tutti attori del cinema, fisicatissimi e senza paura, nei loro 20 anni ignari, e per questo temibili: niente pippe mentali di quelli che hanno paura di vincere, questa è una next gen che corre senza pensare a cosa accade se vinci o meno. Segnalo il finalista dei 200 farfalla, tale Burdisso, un tipo con una faccia uguale a quella di Sergio Citti, solo del milanese, che in piscina aggredisce la vasca come volesse mangiarla, parla veloce e scazzatissimo e studia di notte per laurearsi prima del tempo. Gente così.
Non è invece next gen, ma è come se lo fosse, il 44enne sconosciuto fenomeno giapponese che stanotte ha gareggiato contro i nostri due vicecampioni olimpici nel beach volley, mettendoli a lungo in scacco con tocchi sapienti: c’è una speranza per tutti anche a 44 anni.
Incredibile finale dei tuffi sincronizzati dalla piattaforma, con gli inglesi che battono all’ultimo tuffo i cinesi per 1 punto, inglesi allenati da una fantastica similMildred che se li bacia e abbraccia, e forse farebbe loro anche altro se non ci fosse la tv e riprenderli; quanto ai cinesi, sono stati deportati nelle miniere di sale. Insieme alle 3 atlete che hanno perso il bronzo con le nostre nella sciabola all’ultimo assalto, sciabola a squadre dallo sviluppo assurdo: nel primo turno in 8 attacchi da 3 minuti il risultato era di 19/17, nell’ultimo di 3 minuti 14 pari.
Salutiamo il 3 contro 3 femminile nel basket, nel quale non credo ci sia un campionato italiano, ma lo sport è alle Olimpiadi: applausi.
Oggi mi viene da pensare che quelli che andrebbero davvero coccolati festeggiati al loro ritorno a casa in maniera regale sono i quarti in classifica (e ne abbiamo già diversi), le medaglie di legno, quelli che per un secondo, un refolo di vento, un laccio di una scarpa, una svista arbitrale, non hanno portato a casa soldi, e gloria, quelli che la tv non intervisterà le loro famiglie chiedendo come era da bambino Gino quando voleva fare il sollevatore di pesi a 12 anni e metteva i baffi di papà per sembrare già uomo.
Vista piangere anche judoka molisana, pare la prima medagliata della storia del Molise, che non si capacitava di aver vinto un bronzo, pur essendo impegnata nella finale del terzo e quarto posto: io capisco che in quei momenti non si capisca più niente, ma talvolta si esagera.
In effetti non si è fulminati solo se colpiti da un fulmine…
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