“Ho vinto. Il TAS mi ha assolto in pieno da ogni tipo di accusa. E’ sempre stato così, le gare le ho sempre vinte negli ultimi metri. Mi hanno insegnato a non mollare mai. Sono sempre stato un atleta e una persona corretta. Tremo dalla gioia”, scrive sui social Filippo Magnini del tutto riabilitato dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, dopo che il Tribunale Nazionale Antidoping lo aveva squalificato per quattro anni sia in primo grado (6 novembre 2018) sia in secondo grado (appello, 2 aprile 2019) per tentato uso di sostanze dopanti.
La Federazione Italiana Nuoto e il presidente Paolo Barelli – che hanno sempre manifestato solidarietà, sostegno e fiducia nei confronti del campione plurimedagliato olimpico, mondiale ed europeo – accolgono la sentenza con piena soddisfazione, ricordando che Magnini è stato un esempio per tutto il movimento, nonché uomo simbolo dello sport italiano e della lotta al doping nel corso della sua straordinaria carriera.
Nel contempo la Federnuoto ribadisce il proprio impegno a tutela dello sport pulito attraverso la trasmissione dei principi di lealtà e probità, condivisione, aggregazione e integrazione, e piena fiducia negli organi preposti a prevenire, combattere e perseguire il doping.
La Federnuoto auspica, altresì, maggiore prudenza nell’intraprendere azioni e nell’assumere decisioni che possano arrecare un danno di immagine ad atleti, tecnici e tesserati di un intero movimento, come accaduto a Magnini, a Michele Santucci (condannato in primo grado a quattro anni per la violazione dell’articolo 2.2 del CSA ed assolto in secondo dal TNA), e al fisioterapista Emiliano Farnetani, attualmente inibito a svolgere la propria professione nell’ambito sportivo per la condanna in primo grado a 4 anni e in secondo grado a 5 anni per la violazione dell’articolo 2.8 del CSA.
La sentenza del TAS prevede pure la condanna al pagamento delle spese processuali da parte del Tribunale Nazionale Antidoping.

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