Co.gi.sco, associazione di categoria che riunisce il coordinamento dei gestori impianti sportivi comunali, ha comunicato di aver organizzato una contromanifestazione rispetto all’evento del Comune (La Notte Bianca degli Impianti Sportivi), previsto per la giornata del 9 settembre. L’obiettivo è incontrare rappresentanti dei media, politici, addetti ai lavori, per portare all’attenzione dell’opinione pubblica i gravi “problemi”. che sta soffrendo il mondo dell’impiantistica sportiva comunale a Roma. Di seguito il comunicato ufficiale del Co.gi.sco. Dai dati forniti dall’associazione il numero di impianti che rimarrà aperto non supererà il 10% del totale, confermando a pochi giorni dall’evento stesso praticamente il fallimento dell’operazione fortemente voluta dalla sindaca Virginia Raggi.

Roma Capitale ha organizzato per il 9 settembre la “Notte bianca degli impianti sportivi” con lo scopo di far conoscere tutte le attività che si svolgono negli impianti sportivi e così promuovere la pratica motoria e sportiva.

Ma questa iniziativa si scontra con l’attuale stato di incertezza cui sono costretti i concessionari degli impianti sportivi (cioè delle strutture che concretamente e quotidianamente li fanno funzionare) che in questo periodo si sono visti arrivare richieste di aumento del canone del 1.000%, hanno dovuto ascoltare annunci sull’impossibilità di riconoscere gli investimenti effettuati ai fini dell’allungamento della durata delle concessioni, non hanno risposta alle richieste anche le più semplici, hanno dovuto prendere atto che l’Amministrazione dichiara illegittime le attuali regole ma, nonostante discussioni e proposte, nessuna nuova regola è stata approvata.

Per questo il CO.G.I.S.CO., che raccoglie una quarantina di impianti, ha organizzato per il 9 settembre dalle ore 18,30 un’assemblea pubblica presso l’Impianto Comunale di Via G. Mendozza, a Mostacciano per raccontare a cittadini, consiglieri comunali, mezzi di informazione lo stato di sofferenza degli impianti sportivi comunali.

L’impianto non è stata scelto a caso: è un impianto che, per i ritardi e le inefficienze degli Uffici del Comune (certo non solo di adesso), è ormai costretto ad un’attività estremamente ridotta, al limite della sopravvivenza.

Siamo arrivati a questa decisione per niente facile di fronte alla grande difficoltà di avere un’interlocuzione positiva con l’Amministrazione Capitolina, con il rischio di un contenzioso giudiziario di notevole portata e di una paralisi dell’attività.

Temiamo l’avvicinarsi di un periodo di grande decadenza del patrimonio pubblico e vogliamo evitarlo. (fonte: Co.Gi.Sco.)

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