Da Roma al Brasile per vivere un sogno: disputare la finale internazionale del Neymar Jr’s Five e vedere dal vivo la stella del FC Barcellona. Un’esperienza indimenticabile vissuta dagli “Everton”, la squadra formata da ragazzi romani che si è aggiudicata l’edizione italiana del torneo di calcio a 5 più grande del mondo, organizzato da Red Bull, per poi volare a Santos, all’Instituto Projecto Neymar Jr, insieme alle formazioni di altre 52 nazioni in rappresentanze di 6 continenti.

I Campioni italiani 2017 sono stati autori di un’ottima prova, superando la fase a gironi (1 vittoria contro Australia, Irlanda e Hong Kong; 1 pareggio contro la Bosnia e una sconfitta contro il Portogallo) e la Svizzera nel primo scontro diretto fino ad approdare ai sedicesimi, nei quali si sono arresi alla Romania poi vincitrice della competizione. “Siamo stati un po’ sfortunati – afferma Claudio Ciferri, Capitano del team romano – perché abbiamo preso un palo, terminando la partita con un pareggio a reti inviolate. La lotteria del golden goal ci ha punito, peccato perché in campo abbiamo dimostrato di essere sullo stesso livello della squadra che ha poi alzato il trofeo”. Una Finale Internazionale dalla quale gli “Everton” escono, dunque, consapevoli della propria forza e con tanta voglia di riprovarci: “Già sognamo di ritornare qui anche il prossimo anno, stiamo già cercando due elementi di rinforzo per la nostra squadra. L’obiettivo sarà fare ancora meglio e, perché no, puntare stavolta a conquistare il trofeo”.

Ma l’esperienza vissuta in Brasile va al di là di ogni risultato: “Sono stati dei giorni sicuramente stupendi ed emozionanti sia dentro che fuori dal campo, con la possibilità di relazionarsi con culture così diverse fra loro. Ci siamo divertiti molto, la sera siamo sempre usciti in compagnia”.

Un confronto con altre realtà che è avvenuto anche all’interno del rettangolo di gioco: “Avevamo già fatto esperienze di questo tipo, quindi sapevamo a cosa andavamo incontro, ovvero ad un livello di gioco più alto ed a tecniche differenti. Abbiamo affrontato Nazioni contro cui non avevamo mai giocato prima come Australia, Bosnia, Hong Kong. Ogni squadra, quindi ogni Paese, ha ovviamente un suo diverso stile: gli africani, per esempio, si basano sulla forza fisica, i brasiliani invece sul gioco spettacolare, mentre noi europei su tattica e tecnica. È stato bello vedere il calcio nelle sue espressioni più varie. La squadra che ci ha colpito di più è stata sicuramente quella del Portogallo, ci ha messo parecchio in difficoltà, ma anche Africa, Nigeria e Bosnia per la loro prestanza fisica”.

La Finale Internazionale del Neymar Jr’s Five è stata anche l’occasione per assistere dal vivo alle magie di Neymar Jr, che è sceso in campo con un team composto da amici tra i quali figuravano anche alcuni dei suoi più stretti amici come Gabriel Jesus e l’ex giocatore francese Djibril Cissé. “È sempre bello vedere all’opera un grande campione – continua Capitan Ciferri- perché si può imparare anche guardando. Ha un tocco ed un controllo di palla strardinari, diverso da tutti gli altri”.

I ragazzi romani hanno avuto la possibilità di visitare l’Instituto Projeto Neymar Jr, l’associazione privata no–profit istituita dal campione brasiliano e dalla sua famiglia per promuovere sport ed educazione alle famiglie meno fortunate: “Il tour dell’istituto è stato molto toccante. Abbiamo visto i bambini e la realtà in cui vivono. Noi abbiamo regalato loro le nostre scarpette da gioco, pantaloncini e magliette… erano felicissimi”.

La Finale Internazionale ha regalato, dunque, un’esperienza indimenticabile agli “Everton”, un sogno che è andato oltre il calcio giocato: “Ciò che ci porteremo dietro da questi giorni è sicuramente il modo d’essere dei brasiliani e la loro differenza rispetto a noi europei: non si fanno tanti problemi, vivono senza troppi pregiudizi, si accontentano e si divertono. Basta dare loro un pallone ed ovunque siano improvvisano una partitella. Tra le mille difficoltà loro hanno sempre un sorriso”.

L’Instituto Projecto Neymar Jr, dove si è svolto l’evento finale, è stato fondato proprio Neymar Jr per aiutare circa 2.500 bambini brasiliani, di età compresa fra i 7 e i 14 anni, provenienti dal quartiere in cui lui stesso è cresciuto.

Anche durante la fase finale del Neymar Jr’s Five tutte le partite si sono disputate col regolamento “champagne” del torneo: cinque contro cinque e match della durata di dieci minuti; a ogni gol segnato, gli avversari perdono un giocatore: questo perché secondo la filosofia calcistica di Neymar Jr, per vincere, bisogna saper saltare l’uomo, creare superiorità. E se si è in svantaggio, si diventa obbligati a farlo. Porte piccole ma niente portiere, per la massima velocità di gioco, proprio come nel calcio da strada da cui viene il fenomeno brasiliano.

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