Un disastro, quello della Ferrari, nel secondo atto del Gran Premio d’Austria che rischia di compromettere tutto il resto della stagione del post Coronavirus appena iniziata. Non tanto per l’incidente tra Charles Leclerc e Sebastian Vettel che, nonostante le scuse plateali del monegasco, renderà inevitabilmente più difficile la gestione dei due driver con il quattro volte iridato tedesco in uscita e in cerca di un volante per il prossimo anno, quanto piuttosto per la scarsa competitività della monoposto Rossa SF1000. «Non è stata una bella immagine, ma il problema è che quando si parte così indietro c’è sempre la possibilità di toccarsi – l’accusa dell’ex pilota della Ferrari Jean Alesi commentando la disastrosa partenza della scuderia di Maranello nel Gran Premio dello Spielberg – Più che le pressioni sui piloti – assicura l’ex pilota francese – è che la macchina è nata male. Pesa di più la mancanza di performance che la pressione sui piloti». Ora la Ferrari è chiamata al riscatto già domenica a Budapest per il Gp d’Ungheria dove prima del via della stagione post-Covid il team principal del Cavallino Binotto aveva promesso che si sarebbe vista la vera Rossa grazie agli aggiornamenti previsti. Un Mondiale in cui le Mercedes con la doppietta di ieri ed un ritrovato Lewis Hamilton sembrano già aver preso il largo, non solo nei confronti delle Ferrari ma anche delle Red Bull che nonostante l’irruenza di Max Verstappen non sembrano al livello delle Stelle d’Argento.

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