Il campionato di serie A offre su un vassoio d’argento la fuga di Napoli e Juventus e il gioco del famose male cui partecipano Lazio, Inter e Roma. Perdono i biancocelsti al cospetto dell’ex Ballardini, che ordina all’altro ex Pandev di colpire; pareggia l’eterna incompiuta di Luciano Spalletti, e pure qui c’è lo zampino dell’ex, Walter Zenga, per arginare i meneghini; vince, ma con grande fatica la Roma, che s’affida al ragazzino turco per avere la meglio sulla penultima della classe. Problemi diversi, il tridente di Sarri colpisce in ogni dove, l’attacco di Eusebio Di Francesco rimane abulico; la vecchia signora non sbaglia un colpo sul mercato e fa spallucce quando s’infortuna qualcuno mentre a Milano se Icardi resta in tribuna con la signora Nara c’è da cercare col lanternino qualcuno che segni al suo posto. E poi c’è il Genoa bestia nera dei laziali, e qui mettiamo punto sul quintetto di testa. Nel mezzo c’è la Sampdoria che impatta col Torino e l’Atalanta delle meraviglie, che s’avvicinano alla zona dell’aristocrazia europea, mentre il Milan s’affida al gioiello di Suso per restare a galla. La lotta per evitare la retrocessione appare coi giochi già fatti, pure se auguriamo a quelle che al momento stanno in fondo di ritrovare verve. Ma il Benevento nel prossimo turno affronta la Roma, che seppur decimata non dovrebbe aver problemi all’Olimpico; il Verona affronta la Sampdoria a Marassi e la Spal aspetta il diavolo rossonero a Ferrara, ce li mettete voi i soldi della scommessa? Nel finale diamo spazio alla Fiorentina, che dopo aver preso quattro sberle in casa va a riscattarsi a Bologna; dimo spazio all’Udinese, che con la cura del palindromo Oddo appare resuscitata; e al Cagliari, che scavalca la Spal nella Sardegna Arena. Chiusura di sipario dedicata all’incredibile Pazzini, che debutta nella Liga e infila la porta del Real Madrid, mica pizza e fichi. E a Conte, che sta facendo l’impossibile per farsi cacciare da Chelsea.

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