di Pietro Paolo Dorigo
Giornata da dimenticare, dopo aver visto quel che accade alla Sardegna Arena, con l’arbitro Calvarese che annienta le regole e non assegna un rigore grande come una casa al Cagliari per un fallo di mano di Bernardeschi, roba che manco a Muzio Scevola… Il fischietto, maglia rosa tanto per farsi riconoscere meglio, manco vede la gomitata di Benatia a Pavoletti, roba da non crederci. Vola la Lazio, così come Olimpia. La squadra di Simone Inzaghi rifila la manita alla Spal e Ciro Immobile cala un poker storico, visto che non è da tutti infilare la porta degli avversari in trasferta per quattro volte. Zoppica la Roma, che dopo le bestemmie di Nainggolan perde in casa contro l’Atalanta, per la quale tutti si sperticano definendola regina delle provinciali. E il merito non è solo di Gomez. E’ un nerazzurro che funziona a meraviglia, quello orobico, tutt’altra pasta rispetto a quello interista, con la squadra di Luciano Spalletti che arranca, arranca, arranca. Certo, sull’altra sponda del Naviglio non è che stiano meglio, ma almeno i gattusiani vincono col Crotone e nel carniere si ritrovano altri tre punti, praticamente una manna dal cielo nel contesto di un’annata da dimenticare. Si ferma l’Udinese in casa del Chievo al termine della partita più bella della giornata, ma lo dice nessuno, perché si è abituati sempre a dire che le gare più entusiasmanti sono quelle dove regnano i nomi e i club blasonati. In testa c’è il Napoli, che va avanti a passetti, sordo alle recriminazioni degli altri. Bocciato il Var, ci si rende conto che fin quando regneranno i padroni delle ferriere, il football sarà condizionato dai re di denari e non dai pedoni, roba da non crederci. Chiusura di sipario dedicata ai 16o milioni spesi per acquistare Coutino. Nei campionati minori c’è di meglio, e si può comprare con molto meno. Ma fin quando i soldi sono degli altri, fingiamo noncuranza. Anche se alla fine a pagare di tasca propria sono sempre i tifosi.

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